Banca d’Italia: Crescita economica e finanziamento delle imprese.- 28/01/2015

Viabilità internazionale. Francia
1 Febbraio 2015
INP15051 – Oggetto: Esonero contributivo nuove assunzioni a tempo indeterminato. Legge di stabilità 2015.
2 Febbraio 2015

Si stima che nel 2014 l’economia italiana abbia subito un’ulteriore contrazione, pur contenuta, disattendendo le previsioni dei maggiori organismi. Sul prodotto ha inciso il calo degli investimenti, a fronte di un moderato rialzo dei consumi delle famiglie e di un contributo positivo degli scambi con l’estero. Le proiezioni da noi pubblicate nel Bollettino Economico prima della decisione della BCE di avviare acquisti su larga scala di titoli pubblici prefiguravano un’espansione del PIL dello 0,4 per cento nel 2015 e dell’1,2 nel 2016.La sfavorevole dinamica degli investimenti ha rappresentato sin dall’inizio della crisi un ostacolo alla crescita. Rispetto al picco del quarto trimestre del 2007, la spesa in beni capitali è oggi inferiore del 27 per cento e del 32 per la componente delle costruzioni; in rapporto al PIL la contrazione è di oltre quattro punti percentuali, dal 21,8 per cento nel 2007 al 17,5 nei primi nove mesi del 2014.La ripresa degli investimenti è cruciale per il rilancio dell’economia. Secondo le nostre stime quest’anno e il prossimo il ritorno alla crescita si svilupperebbe in parallelo con il rafforzamento dell’accumulazione di capitale: la contrazione degli investimenti si assottiglierebbe fino ad annullarsi nel corso del 2015, lasciando il posto a una crescita nel 2016.Nei mesi a venire gli investimenti e l’attività produttiva saranno sostenuti dal calo del prezzo del petrolio, dall’indebolimento del cambio, dalle condizioni monetarie espansive. L’accumulazione di capitale è però condizionata da timori circa lo scenario economico, legati anche all’acuirsi dei rischi geo-politici a livello internazionale. Gli indicatori di fiducia delle imprese rimangono deboli, nonostante il recente miglioramento; l’ultimo sondaggio Banca d’Italia-Il Sole 24 Ore presso le aziende industriali e di servizi rileva un diffuso atteggiamento di attesa, soprattutto nelle decisioni di acquisto di beni strumentali.