Si riporta un articolo relativo al tema delle previsioni climatiche. Il contenuto è frutto di una disamina resa pubblica su You tube, realizzata da un soggetto che riprende articoli e dichiarazioni sul delicato tema e pubblicati su giornali e riviste nel mondo.
Non intendiamo certo avvalorare queste notizie ma riportare un quadro di quanto su un tema delicato ed impattante con l’attività del trasporto e della logistica è stato riportato sui vari Media e che sostiene tesi differenti.
La nostra federazione sul tema del cambiamento climatico è sempre stata molto precisa. Contestare ciò che è sotto gli occhi di tutti sarebbe sciocco. Ciò che si evidenzia, invece, sono gli effetti che campagne su argomenti così delicati possono generare. Le scelte che il Parlamento Europeo nella passata legislatura, dove la componente ambientalista era determinante per garantire alla Commissione la maggioranza, sta generando problemi enormi al settore della filiera dell’automotive e conseguentemente all’ economia europea, tutto a vantaggio di coloro che inquinando con l’utilizzo di fonti ambientalmente dannose, hanno potuto avvantaggiare le proprie economie. Forse far conoscere anche il pensiero di tesi non in linea con il pensare comune è doveroso.
Verità scomode: 32 previsioni climatiche dimostratesi irreali. | I fatti contano
PREMESSA
I temi ambientali sono sicuramente stati oggetto di iniziative, non sempre indotte dalla volontà di ricercare “verità scientifiche” e riconducibili alla realtà. A volte forzature ed interpretazioni contrastanti sono state utilizzate.
Quanto di seguito riportato ritengo induca a prudenti valutazioni, anche se non intende certamente formulare accuse o indurre a pregiudizi, ma solo favorire attente riflessioni.
I risultati di tali scelte sono ormai sotto gli occhi di tutti e si inizia a comprendere, sempre più, come certe previsioni siano state utili per diffondere allarmismo e favorire politiche a discapito del principio della neutralità, utilizzate per lo più a vantaggio di realtà che hanno come obiettivo non solo la tutela ambientale ma il business.
Occorre la massima attenzione. Ciò che sta avvenendo nel sistema automotive riversa effetti perversi e negativi sulla vita sia dei cittadini che delle imprese.
Ovviamente niente si deve assumere come verità assolute. Sono indispensabili alcune riflessioni. Quanto riporto si può riscontrare su “You tube Fcts matter” che evidenzia quanto pubblicato sui Media internazionali di rilevante importanza sul tema e come siano mutati i messaggi.
La prima rilevazione che emerge è che si è transitati sul cambiamento climatico da teorie sulla glaciazione, al riscaldamento globale, quasi non fossero evoluzioni antitetiche. Le conseguenze e le differenze, in modo evidente, determinano effetti e sviluppi del tutto diversi.
CRONISTORIA
Le persone sotto i trent’anni, in America, hanno la convinzione che il mondo finirà entro pochissimi anni. Il motivo per il quale hanno questa impressione non è un mistero. Basta fare un giro casuale in Union Square, a New York per rendersene conto. Un enorme orologio scandisce, il tempo che resta prima che i supposti effetti del cambiamento climatico diventino irreversibili. Non sono pochi coloro che diffondono pubblicamente l’idea che abbiamo solo 12 anni prima della fine del mondo. Una per tutte è certamente Alexandra Cosio Cortes, giovane componente del Congresso U.S.A, che, sin dal 2019, su questa questione sostiene che: “I Millenials, la Gen Z e per chi verrà dopo, il mondo finirà entro 12 anni, se non si crederà nel cambiamento climatico. Ecco che diviene del tutto evidente comprendere, sostenere e finanziare iniziative per poter evitare il “disastro”. Pochi mesi dalla Sua dichiarazione l’orologio in Union Square, da un normale orologio segna tempo, è divenuto: “L’Orologio dell’Apocalisse”. Se il countdown sia vero o meno potete deciderlo da soli dopo aver riflettuto su come molto spesso audaci previsioni, enfatizzate e riprese da organi di stampa, abbiano ipotizzato cambiamenti o stravolgimenti mai verificati. Insomma una riflessione si impone sulla la credibilità di “cosìddetti esperti” del clima e sulle teorie di chi intende compiere riflessioni non frutto di ideologie.
Mentre “l’Orologio dell’Apocalisse, evidente operazione di marketing, continua a ticchettare facciamo un breve viaggio nel tempo, dunque, evidenziando alcune previsioni climatiche più evidentemente contrastanti.
Iniziamo il nostro viaggio nell’ottobre 1958, il New York Times pubblica un articolo dove si cita che: “Alcuni scienziati stimano che la banchisa polare è del 40 per cento più sottile (il 12 per cento in meno, rispetto a quello di mezzo secolo prima) e che nel corso della vita dei nostri figli, l’oceano artico si aprirà consentendo alle navi di navigare verso il Polo Nord. Lo spessore del Ghiaccio Artico era allora 30,48 cm di spessore nel 1958 ed oggi tale è rimasto.
Nel novembre 1967 il Salt Lake City Tribune ipotizza un’imminente carestia. “E’ già troppo tardi per il mondo evitare un lungo periodo di carenze, sosteneva Paul Erlic, un biologo dell’università di Stanford. La Sua previsione sosteneva che entro l’anno 1975 vi sarebbe verificata l’evoluzione per l’intera popolazione. Per fronteggiarla proponeva un’autoclave da dedicare all’approvvigionamento alimentare e dell’acqua potabile con prodotti chimici per una generale sterilizzazione, al fine di ridurre la crescita della popolazione. (non ridete ma così è stato detto)
Una ulteriore preoccupazione annunciata e più volte rilanciata è stata L’imminente avvio di una nuova era glaciale
Nell’ aprile 1970, il Boston Global riportava che:” Gli scienziati prevedono una nuova era glaciale entro il 21 secolo e, citando un esperto di inquinamento, tale James Lodge, Il Boston ribadiva che: “l’inquinamento dell’aria oscurerà il sole e causerà una nuova era glaciale nella prima parte del nuovo secolo.”
Queste previsioni di un’era glaciale imminente si sono successivamente ripetute nel luglio 1971. Il Washington Post, citando lo scienziato Victor Cohen, riferiva che “alla fine del mondo potrebbero mancare appena 50 o 60 anni. L’avvio sarà preceduto dall’avvio di un’era glaciale disastrosa”. Dal 1971 ad oggi avremmo dovuto constatarlo in quanto siamo ormai nel 2025…
Nel dicembre 1972 due geologi della Brown University scrissero una lettera al presidente Nixon annunciando che: “In una conferenza alla quale avevano partecipato 42 migliori investigatori americani ed europei avevano sostenuto un deterioramento globale del clima, per ordine di grandezza maggiore di quello che l’umanità aveva già affrontato e che vi fosse una reale possibilità che molto presto si sarebbero registrate temperature glaciali. Il tutto entro lo spazio temporale di circa un secolo.
Nel gennaio 1974 sul giornale The Guardian si evidenziava come: “I satelliti spaziali mostrassero l’arrivo di una nuova era glaciale in tempi rapidissimi e nel giugno 1974 una rivista specializzata ne ribadiva la possibilità. Si indicavano, come segnali, evidenti ed inequivocabili l’inaspettata persistenza e spessore della banchisa nell’acqua attorno all’ Islanda, nonchè da una prova inequivocabile data dalla migrazione verso sud di una creatura che ama il calore come l’armadillo del Midwest”. (questa previsione, ripetuta per 4 anni successivi, è poi scomparsa nel nulla.
Nel gennaio 1978, il New York Times annunciò che, “Un Team internazionale di esperti aveva concluso, basandosi su 8 indici climatici, che non ci fosse nessuna fine in vista alla tendenza del raffreddamento, almeno nell’emisfero settentrionale.” Solo dopo un anno lo stesso giornale, intendo il New York Times, nel febbraio 1979, con un ulteriore articolo riportava esattamente il contrario. La nuova teoria affermava che ci sarebbe stata infatti una concreta possibilità che il ghiaccio nel Polo nord si sarebbe invece sciolto.
Un cambiamento che avrebbe causato probabilmente cambiamenti catastrofici nel clima. Tre anni dopo, nel maggio 1982, il New York Times fornì anche una potenziale data per questo imminente sfacelo. In un articolo, citando il Direttore esecutivo del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, sosteneva che: “Entro il 2000, se il mondo non fosse cambiato, si affronterà una catastrofe ambientale che vedrà una devastazione completa e irreversibile, quasi come un olocausto nucleare”. Così rafforzando la fase della tesi del riscaldamento globale. (global warming)
Ci sono state altre previsioni climatiche da evidenziare. Nel settembre 1988, un articolo sosteneva che l’isola delle Maldive:” sarebbe stata completamente coperta da una graduale aumento del livello del mare con la scomparsa degli abitanti in 30 anni. Una catastrofe in pochi anni. Solo per riferimento: le Maldive non sono sott’acqua, anzi in questi tempi risulta sia stato stipulato un contratto di 148 milioni di dollari per costruire 1020 nuove ville di lusso. (secondo l’articolo sopra citato le Maldive avrebbero dovute essere coperte dall’acqua già entro oggi).
Nonostante ciò queste previsioni non si sono fermate e nel giugno 1989 il San José Mercury News ha riportato come:” un alto funzionario ambientale alle Nazioni Unite, tale Noel Brown, sostenesse che intere nazioni sarebbero state cancellate dalla faccia della terra, entro il 2020, per l’aumento dei livelli del mare se il riscaldamento globale non si fosse invertito”. Surriscaldamento o glaciazione dunque?
Che le previsioni si rivelassero ipotesi piuttosto fantasiose non ha indotto tali esperti ad un mutamento prudente, anche se molte delle precedenti teorie non si erano mostrate particolarmente in linea con la realtà prevista. Il tutto ormai prosegue sulla nuova linea del riscaldamento globale.
Nel marzo 2000 è stato scritto un articolo nell’ Independent, specificatamente per il Regno Unito, che: “Le nevicate, appartengono al passato e che i bambini non conosceranno la neve nel giro di pochi anni, in quanto la nevicata invernale diventerà “un evento raro ed eccitante”. Resta il fatto che, c’è neve nel Regno Unito, praticamente ogni inverno, che si può definire copiosa specialmente nella parte centrale e del nord del Paese.
Nel Dicembre 2021 un articolo dell’Albuquerque Journal annuncia, che: “I cambiamenti climatici potrebbero eliminare l’industria dell’acero da zucchero nel New England (entro 20 anni e questo secondo George Hurtt, co-autore del report Riscaldamento climatico 2001, commissionato dal Congresso USA). Tuttavia 22 anni dopo questo report il New England continua a produrre, a tutt’oggi, parecchio sciroppo d’acero.
Nel Febbraio 2004 una notizia del giornale the Guardian ha riportato, che “un rapporto segreto del Pentagono ha previsto che il cambiamento climatico porterà alla guerra nucleare e le principali città europee affonderanno nell’oceano. La Gran Bretagna invece piomberà in un clima siberiano entro il 2020”. Anche se in Gran Bretagna nevica, come anzidetto.
Nel gennaio 2006 The Associated Press, riprendendo affermazioni di Al Gore, già v. Pres. U.S.A, ha scritto: “ Anche se si interviene drasticamente per ridurre i gas a effetto serra entro i prossimi 10 anni il mondo raggiungerà un punto di non ritorno”. L’anno seguente novembre 2007 il New York Times, citando il capo del gruppo di esperti sul cambiamento climatico negli Stati Uniti, ribadiva:” Questo anno è il momento decisivo per la definizione della lotta al cambiamento climatico. Se non ci sarà nessuna azione, prima del 2012, sarà troppo tardi. Nello stesso mese un nuovo servizio del Canwest, assumendo a riferimento un altro ricercatore polare, ha scritto: “L’oceano artico potrebbe essere senza ghiaccio in estate già nel 2010 o 2015. Evento preoccupante e mai successo in un milione di anni. E questa previsione con l’oceano artico privo di ghiaccio ha iniziato diffondersi.
Nel dicembre 2007 un articolo nell’Associated Press, citando un altro scienziato Seth Borenstein, rilancia “Il ghiaccio nel mare artico non ci sarà più in estate entro 5 anni. Di questo passo l’oceano artico sarà quasi privo di ghiaccio alla fine dell’estate 2012. Nello stesso mese la BBC ha fatto una previsione leggermente differente, citando un altro esperto di clima. La BBC prevede:” Estati artiche prive di ghiaccio entro il 2013”.
Nel marzo 2008 un giornale cinese riporta: “Se la temperatura media di questo anno è pari a quella del 2007, la banchisa nell’artico si scioglierà, ciò è altamente possibile valutando le attuali condizioni. Un riferimento: la temperatura della Norvegia anche se leggermente aumentata dall’anno 2007 rispetto all’anno 2008, non ha prodotto alcun scioglimento del ghiaccio.
Nell’aprile 2008 un report nella rivista New Scientist, citando il Direttore Centro Nazionale Dati su Neve e Ghiaccio statunitense, afferma che: “ Il Polo nord potrebbe essere privo di ghiaccio nel 2008 e questo solleva il timore che il Polo Nord potrebbe essere privo di ghiaccio a breve. Queste previsioni sul ghiaccio continuano nel tempo.
Nel giugno 2008 il National Geographic News, citando un esperto ambientale, sostiene:“ In effetti quest’anno si prevede che il Polo Nord potrebbe essere libero dai ghiacci per la prima volta nella storia. Nello stesso mese the Associated Press, riprendendo quanto detto da uno scienziato della Nasa, sostiene che: “Da 5 a 10 anni l’Artico sarà privo di ghiaccio in estate. Solo un anno dopo Dicembre 2009 si registra probabilmente una delle più famose previsioni. USA Today citando sempre l’ex vicepresidente americano ed Al Gore prevede che: “L’oceano Artico sarà privo di ghiaccio in estate già nel 2014. “Le previsioni continuano. Nell’ estate 2012, The Australian scrive: “Godetevi la neve adesso, entro il 2020 non ce ne sarà più” e nel luglio 2013 The Guardian ribadiva: “L’Artico privo di ghiacci tra due anni preannuncia una catastrofe del metano. “.
Nell’ Agosto 2017, The Sydney Morning Herald annuncia: “Il ritiro della neve ed il cambiamento climatico mette l’industria della neve dell’Australia su un pendio in discesa”.
Nell’agosto 2017 i dati metereologici mostrano che in Australia ha nevicato abbastanza copiosamente negli ultimi anni.
Arriviamo al gennaio 2018 un articolo dl Forbes citando un professore della Harvard University ha scritto:” La probabilità che rimanga del ghiaccio permanente nell’Artico dopo il 2022 è praticamente zero”. Al momento ci sono 5,6 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio nell’artico.
Nel giugno 2018 Greta Thumberg la giovane attivista ha condiviso un articolo su twitter, che sosteneva la teoria dei migliori scienziati del clima ed annunciava che:” Gli esseri umani si estingueranno se non si risolverà il cambiamento climatico entro il 2023”. Greta aggiungeva:” Un importante climatologo avvisa che il cambiamento climatico cancellerà l’umanità a meno che non si smetta di usare i carburanti fossili nei prossimi 5 anni”. Per ignote ragioni Greta ha deciso di cancellare questo tweet all’inizio di questo anno. Greta non è l’unica che ha dovuto cancellare le sue previsioni precedenti. Nel gennaio 2020, il Glacier National Park ha dovuto togliere uno dei cartelli che riportavano l’annuncio che tutti i ghiacciai si sarebbero sciolti entro il 2020. Ma nell’anno 2020 mentre si leggeva questa affermazione si potevano vedere ancora i ghiacciai sullo sfondo. E questo era oggetto di evidente imbarazzo.
Nel Dicembre 2021, il Los Angeles Times, ha pubblicato un articolo con questo titolo:” Una California senza neve, ci sarà prima di quanto pensiate”. Abbastanza interessante poche settimane dopo che questo articolo è stato pubblicato i ricercatori dell’UC Berkeley hanno annunciato che in California ha avuto il record del dicembre più nevoso!!!
Indipendentemente da ciò nell’ agosto 2022 Bloomberg ha dichiarato:” La fine della neve minaccia 76 milioni di vite americane”. Tuttavia, vale la pena notare che poche settimane dopo sulle montagne della Sierra Nevada si è registrato il secondo inverno più nevoso mai verificato.
Al momento, proprio in questi tempi, la California viene colpita da un ciclone devastante con un record di neve, come le riprese televisive hanno attestato.
Questo ci riporta all’orologio dell’apocalisse in Union Square a New York che continua a sostenere che abbiamo ancora pochi anni….
Una valutazione più realistica dopo aver esaminato l’intero elenco di questi pronostici che non corrispondono del tutto alla realtà forse si rende necessaria.
Sembra che questi scienziati del clima si stiano danno la zappa sui piedi perché invece di presentare i dati e le ricerche e spiegare alle persone ed all’opinione pubblica le loro conclusioni in modo chiaro e razionale, sembrano intenzionati ad insistere in annunci di dubbia credibilità. E’ probabilmente questo che induce persone a fidarsi sempre meno di questi scienziati del clima.
Forse questo spiegherebbe perché sono soprattutto i giovani che partecipano a queste proteste sul clima dal momento che non hanno conosciuto l’evolversi di queste previsioni degli ultimi 50 anni e forse suppongono che certe verità annunciate ultimamente siano le uniche e quindi che debbano essere vere. L’invito è dunque: riflettere su queste poche note.
Io non sono affatto un esperto di clima o uno scienziato del clima e non sono la persona giusta per dirvi se c’è una crisi climatica o no. Lo potete decidere. Sottolineo il fatto che alla base delle difficoltà per le economie di alcuni Paesi se si guardano queste previsioni promulgate dai media negli ultimi 50 anni non si rischia di essere solo stressati ma forse si potrebbe iniziare a mettere in dubbio “le verità” propinate, soprattutto in questi ultimi anni.
Ma gli eurocrati europei continuano a sostenere le tesi che stanno affossando le economie europee? Forse è giunto il tempo che i cittadini e la politica decidano di contare davvero.