

Al momento in cui scriviamo la situazione è sostanzialmente identica a quella di ieri. In alcune zone del Paese persistono presidi che intervengono a “convincere” a fermarsi coloro che invece sono intenzionati a viaggiare. In altre con l’intervento delle forze dell’ordine la circolazione è invece consentita.
Tutti hanno sentito le dichiarazioni del ministro dell’Interno al Senato che ha invitato i prefetti ad emanare ordinanze al fine di garantire la libertà di circolazione. Anche questa disposizione è attuata in modo diverso dai prefetti. Alcuni danno attuazione alla disposizione altri la omettono.
A riguardo delle dichiarazioni, riprese dai media che non sempre tengono conto del contesto generale del ragionamento, specifico una volta per tutte quella che sono esattamente le posizioni ufficiali della Fai.
La Fai ribadisce e rivendica per sé stessa e per tutti gli altri il diritto di manifestare il proprio dissenso e di effettuare azioni di protesta, nel rispetto delle regole che prevedono anche sia garantito, a coloro che non ne condividono le ragioni, di poter esercitare i loro diritti individuali. Intraprendere, circolare, lavorare, etc. Chi interviene a coartare le libertà commette dei reati per la repressione dei quali è previsto l’intervento delle forze dell’ordine. Non è una opinione o richiesta della fai; è la legge.
A fronte delle moltissime richieste indirizzate alla scrivente da parte di aziende che chiedevano di poter circolare doverosamente la federazione è intervenuta nei modi opportuni richiedendo, dunque, la messa in atto delle tutele previste.
Una considerazione devo esprimerla alla luce della situazione che rimane sostanzialmente, pur con un certo miglioramento rispetto ai giorni scorsi, critica e non omogenea. Sempre in base a quanto riferiscono le imprese, in alcune zone si attuerebbero azioni di prevaricazioni violente (sassi dai cavalcavia, inseguimenti con delle vetture con targhe estere, minacce etc). Le imprese valutino l’opportunità di sospendere la loro attività e di mettere in libertà il personale, al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori e di evitare possibili danneggiamenti agli automezzi. Tutto ciò deve essere fatto dopo aver avanzato una richiesta scritta alle prefetture ed alle questure competenti. Va da sé che laddove le istituzioni locali garantiscano il doveroso intervento il problema non si pone.
Aggiungo che poiché la situazione vede in diverse zone del Paese automezzi circolare molte imprese del mezzogiorno che non sono in grado di poterlo fare, pur volendolo, perdono commesse e sono sostituiti da vettori esteri soprattutto nei traffici internazionali. Il fenomeno anziché risolvere i pesanti problemi delle imprese di trasporto del Sud di fatto le danneggia.
Complimenti a che sostiene di voler con il fermo difendere l’economia del mezzogiorno.
Alcune notizie:
da oggi è operante il decreto legge che consente il recupero degli incrementi dell’accisa sul gasolio. È la prima richiesta che compare sul volantino dell’organizzazione che sta dando copertura al fermo in atto ed è risolta come noi avevamo dato per certo.
Qualcuno aveva parlato di impegni non certi ed invece così non è. Anche se ora sembra che la soluzione del gasolio non vada più bene. Il dubbio è allora (questo mi è proprio scappato detto e chiedo scusa) che chi da copertura al fermo è una marionetta. Infatti anche all’ invito a sospendere la protesta per rispetto al collega morto ad Asti (non sarebbe un atto di debolezza ma una dimostrazione di controllare la categoria) non ha potuto dare risposta, dimostrando così di non controllare più la situazione.
Ribadire che il mantenimento dei costi minimi ottenuto sia dal Governo (dichiarazioni di Passera) che con una sentenza del Tar del Lazio che ha respinto la richiesta di sospensiva dei costi minimi è un risultato già ottenuto appare ovvio. Così come a livello tecnico si potranno introdurre correttivi ed infatti è già stata prevista una commissione. La richiesta sui costi minimi, contenuta nella piattaforma, di ottenere subito dei cambiamenti e nuove garanzie sulla norma non si può ottenere subito. Occorre modificare le leggi e per questo occorre del tempo. Naturalmente tra le federazioni che hanno difeso il provvedimento dei costi minimi non figura la federazione che da copertura alle proteste in corso.
La medesima cosa vale per i tempi di pagamento la norma esiste già e prevede che a semplice richiesta sia emanato un decreto ingiuntivo che disponga il pagamento del dovuto più gli interessi. E’ vero che bisogna richiederlo ma questo è il sistema giuridico vigente in Italia. Si vuole sostenere che norme di legge possono essere modificate con il fermo? Ancora una volta sono bugie.
Così per i tempi di attesa: la norma c’è. Può essere migliorata ma comunque non potrà prescindere da una richiesta del trasportatore che purtroppo è messo in difficoltà da altri trasportatori che, pur di accaparrarsi un viaggio, assicurano ai committenti che non chiederanno mai il pagamento di tali tempi. Si deve fare un fermo per questo?
La battaglia all’intermediazione parassitaria non si vince mettendo percentuali di veicoli, si deve dire anche come si controllano, ma meglio prevedendo la possibilità della rivalsa diretta sul proprietario della merce se l’intermediario non corrisponde i costi minimi. Questo è già oggi possibile. Vale un fermo la richiesta di una percentuale inutile e incontrollabile sui veicoli di proprietà?
Sulle sanzioni ai committenti il decreto interministeriale è stata trovata un’intesa tra i ministri interessati; è in corso di pubblicazione e prevede proprio quanto richiesto dal volantino. Rimane il punto dei controlli che noi proponiamo sia pari almeno al numero dei morti e dei feriti gravi che si registrano sulle strade. Qualcuno pensa che con il fermo si ottenga il giorno dopo questo risultato? Bugie. Al massimo si otterrà un impegno ad attrezzarsi per attivare i controlli.
Sul Sistri che è in discussione in Parlamento è stato approvato un emendamento che recepisce le richieste avanzate dalla categoria.
La “perla” più intelligente è la richiesta degli sconti sui pedaggi autostradali direttamente ai caselli. Questo è noto anche ad uno studente ai primi anni di scuola superiore. Le riduzioni dovrebbero essere concesse a tutti per non violare le norme sulla concorrenza. Si tratta di definire chi sostiene il costo. Il Governo non credo vorrà destinare risorse per favorire il trasporto straniero, perché non potrebbe essere discriminato, pena l’erogazione di pesanti sanzioni da parte dell’Europa. Con il sistema di oggi si favorisce il trasporto in italiano su quello estero ed il conto terzi sul c/proprio. Sicuri non sia un autogoal?
Se questa richiesta fosse accettata, ma per le ragioni suesposte non lo sarà, l’autotrasporto si farebbe del male da solo.
Ho voluto ripercorrere e commentare nuovamente le richieste di “Trasporto unito” e chiarire quello che è il pensiero, che deriva dalle decisioni degli organismi, della nostra federazione anche al fine di fornire spunti per far conoscere sul territorio come stanno le cose e quelle che sono le uniche interpretazioni delle dichiarazioni che i nostri dirigenti rilasciano a commento della situazione. Dai contatti diretti che abbiamo avuto in questi giorni è emerso che molti operatori non sono informati. Occorre, allora, nell’interesse di tutti mettere al corrente gli imprenditori di come noi vediamo le questioni.
Saluti