

Il Pil italiano, nel 2015 secondo i primi dati diffusi dall’Istat, risulta aumentato dello 0,8% dopo tre anni consecutivi di flessioni, in rialzo anche rispetto alla stima provvisoria che indicava una crescita dello 0,7 per cento. Bisogna, in realtà, tenere conto che il dato è grezzo, non depurato per i giorni lavorativi che nel 2015 sono stati 3 in più rispetto al 2014. E quindi è s’Istat stesso a scrivere, nella Stima sui conti economici trimestrali, che la crescita economica si è progressivamente indebolita nel corso dell’anno.
La disoccupazione, sempre fonte Istat, a gennaio risulta in stallo. Secondo la stima preliminare del primo mese dell’anno il tasso di disoccupazione è stato pari all'11,5%, pressoché invariato dal mese di agosto. Aumenta purtroppo la disoccupazione giovanile: il tasso di disoccupazione dei 15-24enni (la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi, occupati e disoccupati), è risultato pari al 39,3%, +0,7 % sul mese precedente. Nota positiva è che crescono i posti di lavoro stabili.
È stato pubblicato da Confcommercio l’indicatore dei consumi nel quale, per marzo, si registra un progressivo miglioramento del quadro economico, ma per le famiglie restano elementi di incertezza sulle prospettive a breve.
La dinamica della produzione industriale, secondo l’indagine rapida pubblicata da Confindustria, si caratterizza per le forti oscillazioni mensili e mostra a partire dall’estate una sostanziale stagnazione.
Preoccupante la lettura della Corte dei conti su l’autosufficienza finanziaria degli enti locali che, dice, è andata via via deteriorandosi, mettendo a rischio la sopravvivenza di tanti Comuni e Province.
Da non sottovalutare il dato Eurostat sull’infrazione nell’Eurozona che torna in territorio negativo a febbraio, scendendo a -0,2% rispetto allo 0,3% di gennaio.