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Lungi da me l’intenzione di esprimere a priori propensione nei confronti di qualche schieramento politico ma quando piccoli uomini si ritengono dei giganti del pensiero e, con ottusa cocciutaggine diffondono illusioni, occorre intervenire.

Lungi da me l’intenzione di esprimere a priori propensione nei confronti di qualche schieramento politico ma quando piccoli uomini si ritengono dei giganti del pensiero e, con ottusa cocciutaggine diffondono illusioni, occorre intervenire. Ipotizzando soluzioni poco probabili a realizzarsi, si arriva infatti ad attribuire agli impegni di natura politica significati aventi portata molto superiore rispetto alla valenza reale, anche a costo di ingenerare confusione negli imprenditori.

Per uscire dalla fumosit? chiarisco subito che faccio riferimento alla questione della registrazione dell’orario di lavoro per i conducenti, resa obbligatoria dal recepimento della direttiva europea.

Nei giorni scorsi, forse per soddisfare il proprio ego, si ? voluto attribuire infatti ad un ordine del giorno, che impegna il Governo a modificare gli obblighi derivanti dalla direttiva suddetta, il valore di modifica delle norme vigenti.

Purtroppo non ? cos?! Gli ordini del giorno sono impegni solenni che hanno valore politico.Nel caso il Governo che dovr?, se vorr?, agire sar? sicuramente il prossimo e non quello in carica oggi che ha solo assunto un impegno per conto di altri.

Volendo far polemica si pu? solo dire che ci troviamo di fronte ad un ennesimo esempio di poca seriet? nei confronti della nostra categoria. Assumere impegni che altri forse rispetteranno non costa nulla ma soprattutto consente di mostrarsi belli sulle spalle di altri.

Resta comunque la certezza che fino a quando l’impegno non verr? attuato restano in vigore le norme esistenti.

Invitiamo tutti a diffidare da coloro che vendono illusioni e fumo; gli imprenditori necessitano di verit? e non di fantasiose ricostruzioni.

La Fai invece non pu? fare a meno di prendere atto, con soddisfazione, di come un provvedimento pi? volte suggerito, possa invece divenire una realt?. Faccio riferimento al provvedimento che potrebbe, una volta emanato, modificare le modalit? dei versamenti IVA, prevedendone il recupero o il versamento solo a corrispettivo pagato o incassato.

Per le imprese che effettuano prestazioni di servizi di autotrasporto la norma produrr? un possibile accorciamento dei tempi di riscossione delle fatture e l’annullamento dei rischi derivanti da insoluti che penalizzano ulteriormente quelle imprese che versano l’imposta senza aver incassato quanto loro spettante.

Questa ? una risposta adeguata che, di fatto, contrariamente alle norme sui tempi di pagamento previste per legge, produrr? un accorciamento reale dei tempi di pagamento. Il motivo ? semplice se il soggetto che paga intende recuperare l’imposta deve aver effettuato il pagamento.

Qualcuno grider? allo scandalo perch? tentiamo di prendere la nostra parte di merito su una norma di carattere generale? Invitiamo gli scettici a rileggersi il protocollo di intesa siglato il 30 novembre 1994. Gi? allora si era ottenuto, per le imprese di autotrasporto, tale possibilit?.

Il presidente del Consiglio era Silvio Berlusconi, il ministro delle finanze Giulio Tremonti e la proposta, avanzata dalla Fai condivisa da tutti, fece parte dell’intesa e produsse un significativo accorciamento dei tempi di pagamento delle tariffe di trasporto.

Anche allora, nonostante fosse stabilito per legge che i tempi dei pagamenti dovessero essere di 45 giorni, in realt? questi avvenivano mediamente a 120 o in tempi maggiori. Quella norma modific? in meglio le cose.

Fu il ministro Fantozzi nel 1995 che cambi? quella norma introducendo la trimestralizzazione per le imprese di autotrasporto. Il risultato non fu totalmente negativo per noi ma i tempi di pagamento tornarono a dilatarsi ed il costo si rivers? sulle casse dello Stato.

Quella richiesta oggi la vediamo riproposta come norma di carattere generale e certamente produrr?, quando sar? attuata come lo provoc? allora, un effetto positivo nei pagamenti delle nostre imprese, soprattutto per quelle di piccola dimensione.

Certamente i soggetti che incassano in tempi brevi e riconoscono il dovuto a lungo periodo perdono una forma di autofinanziamento. Oggi l’onere ? sostenuto solo da alcune categorie che sopportano sia il costo dei ritardati pagamenti che, come cittadini attraverso le tasse, i costi che lo Stato sostiene.

Quando la norma entrer? in vigore per l’erario il costo verr? annullato, le imprese riceveranno un beneficio e coloro che la utilizzavano per autofinanziarsi non lo potranno pi? fare. E questo mi pare equo e giusto.

Paolo Ugg?