Di seguito le principali iniziative della settimana.
SITUAZIONE GENERALE
Settimana intensa e tutta concentrata sugli sviluppi della trattativa con il Governo.
Nello scorso fine settimana si sono tenuti diversi incontri con la categoria, sui temi che riguardano il settore, nel corso dei quali, inevitabilmente, le valutazioni e le impressioni registrate hanno risentito della difficile situazione economica nella quale si trova il Paese. Insomma il malcontento esiste.
Alcuni dati sono sufficienti per dare un segno tangibile delle condizioni nelle quali si trova il Paese e questo dovrebbe far comprendere con quale clima abbiamo dovuto confrontarci nella gestione della trattativa. Clima aggravato, peraltro, da un quadro politico precario che non ha certo aiutato.
Debbo subito affermare che ha “pesato” molto la tenacia del Sottosegretario Girlanda e la volontà nel voler mantenere gli impegni assunti da parte del Ministro Lupi, per arrivare alle soluzioni trovate.
L’ECONOMIA E IL PAESE
Partiamo da alcuni dati economici. Il debito pubblico dal 2011 è salito da 1905 Mld di euro a 2068 Mld; questo significa che in due anni il debito è salito di circa 180 Mld.
I dati relativi al Pil non sono certo migliori. Nel 2011 era pari allo 0,4% rispetto al 2010; (anche se poco rilevante rappresentava pur sempre una crescita). Nel 2012 invece meno 2,3%; al quale si deve aggiungere l’1,9% del 2013. Il tutto ha prodotto una riduzione per l’economia del Paese di 65 Mld di euro.
La disoccupazione inoltre dal 9,6% del 2011 è salita al 12,5% e risulta in crescita. In particolare quella giovanile, superiore al 40%
Per trovare un incremento nei dati economici dobbiamo osservare il rapporto tra il debito pubblico e il Pil. E’ infatti salito dal 120 al 130%.
Questi dati sono desunti dai resoconti parlamentari del Senato di questi giorni.
Il motivo per il quale ho voluto riassumerli non è per fare sfoggio di conoscenza ma per fornire un quadro di quella che è la reale situazione economica.
E’ infatti in questo quadro economico che abbiamo dovuto affrontare il confronto con il Governo. E’ con questa situazione con la quale le nostre associazioni hanno dovuto rapportarsi nel momento in cui sono andate a chiedere il mantenimento delle risorse stanziate per il settore e soprattutto per eliminare la riduzione del recupero dell’accisa sul gasolio.
Da parte nostra, e grazie all’ufficio studi della confederazione, siamo riusciti a dimostrare, con dati alla mano, quanto fosse errata la decisione sul gasolio.
Il Governo avrebbe perso 387milioni di euro per risparmiarne 300 circa.
Non è stato facile. La Ragioneria dello Stato, fino all’ultimo, ha provato ad intervenire sul settore del trasporto e, come sopraddetto, solo la forte azione di pressione sindacale e l’interessamento del Ministro Lupi e del Sottosegretario Rocco Girlanda hanno impedito che questo avvenisse.
Questa modesta analisi deve essere presente a tutti nel momento nel quale si dovranno compiere le scelte su cosa fare.
LA SETTIMANA
Il fermo dei servizi di trasporto era stato proclamato e la sua organizzazione era dunque in corso.
In settimana il Governo ha presentato un maxi emendamento che ha dato la soluzione alla questione accisa del gasolio ma ha anche inserito le norme che riorganizzano l’Albo, assegnando compiti di coordinamento sulle verifiche e controlli per privilegiare le imprese corrette, quelle che rispettano le regole, rispetto a quelle che non lo fanno e con la loro concorrenza sleale danneggiano invece le imprese sane.
Questi provvedimenti sono stati voluti dal Governo e approvati dal Senato. Ora passeranno alla Camera per la definitiva approvazione. Anche qui dovremo essere presenti e attenti.
Una prima valutazione, sui primi risultati ottenuti, la Presidenza Unatras l’ha compiuta nella giornata di mercoledì.
Il giudizio è stato sostanzialmente positivo per aver ottenuto dei risultati concreti.
Come tutti ricorderanno i temi posti all’attenzione del Governo riguardavano anche altri aspetti. Li abbiamo citati altre volte e quindi mi limito ad indicarne uno solo. Quello relativo alle condizioni di reale disagio nelle quali si trovano i trasportatori che risiedono nelle isole. Questi temi, così dice l’intesa, dovranno essere affrontati in modo specifico. Per questo è istituita una commissione alla quale parteciperanno le realtà territoriali.
L’INCONTRO CON IL MINISTRO LUPI
L’incontro convocato dal Ministro Lupi e dal Sottosegretario Girlanda si è svolto nella giornata di ieri, giovedì.
Ovviamente non sono mancati i riferimenti alla situazione economica ed al fatto che nella Legge di Stabilità molto poco, o quasi nulla, è stato destinato ad altri settori come l’artigianato, il commercio e l’industria. Per noi è andata decisamente meglio.
La discussione è stata intensa ed a volte aspra ma la volontà emersa dalle parti presenti al tavolo è stata quella di cercare delle soluzioni immediate e concrete, unitamente ad iniziative su una serie di ulteriori interventi da completarsi, su temi di assoluta rilevanza.
Al termine il Governo ha presentato il protocollo di intesa, pubblicato sul sito, nel quale, oltre ad alcune misure concrete, sono indicati dei procedimenti per ridurre il costo del lavoro o combattere le forme di abusivismo, con particolare attenzione alle operazioni di cabotaggio dei vettori esteri.
La lettura del protocollo di intesa proposto, fornisce nel dettaglio le prospettive che tornano ad aprirsi, grazie al confronto che si è riaperto tra il Governo e le rappresentanze del settore.
Più volte mi sono espresso sulla negatività per l’autotrasporto della perdita di un confronto diretto con il Governo. Rapportarsi solo a livello tecnico non era positivo (anche se le nostre esigenze hanno sempre trovato la sensibilità e l’attenzione del Dipartimento trasporti, è risaputo che alcune decisioni appartengono alla dimensione politica e quindi anche i pur validi dirigenti del Ministero potevano solo segnalarli ma non certo sostituirsi ad essa).
Ora possiamo affermare che il confronto politico si è riaperto e saremmo irresponsabili se ci lasciassimo sfuggire tale prospettiva.
Certamente i problemi che vivono quotidianamente le imprese non sono risolti come forse qualcuno si aspettava e come qualcuno cercherà di spiegare agli operatori. Sicuramente nella condizione in cui ci troviamo siamo riusciti ad ottenere alcune risposte su temi impellenti ed emergenti. Sugli altri dovremo riprendere il confronto. Un esempio è quanto ipotizzato per dare certezza nei tempi di pagamento che da tempo proponevamo.
Sappiamo bene che qualche realtà associativa, che si accompagna a movimenti che ipotizzano lo scontro sociale e addirittura costituiscono coordinamenti per realizzare la rivoluzione, sosterrà che nulla è stato ottenuto.
Noi non abbiamo niente a che vedere con i Cobas del latte, con i forconi, con forza d’urto o con Alba dorata etc. Né tanto meno organizziamo rivoluzioni.
Qualcuno per propri obiettivi, che non definiamo, cerca di coinvolgere gli operatori del trasporto in battaglie che non appartengono al settore. Ingannano gli operatori del nostro mondo per utilizzarne la forza ma, come si può leggere nei loro volantini, chiamano alla rivolta categorie che vivono dei momenti di difficoltà, ma che poco hanno a che vedere con noi. Sarebbe interessante chiedere ai leaders di uno di questi movimenti cosa chiede per l’autotrasporto.
Non mi permetto di valutare le conoscenza altrui ma ritengo che il movimento dei Cobas del latte, degli agricoltori o del movimento dei forconi abbiano poca dimestichezza con le nostre questioni.
Le eventuali iniziative che questi movimenti, che secondo noi stanno condizionando quei dirigenti dell’autotrasporto che a loro volta pensano di utilizzarli per dare forza alle loro iniziative di fermo, non mirano a trovare soluzioni reali a problemi complessi di un settore come il nostro.
Come possono conciliarsi con quelli dei Cobas del latte o degli agricoltori? Questa commedia degli equivoci rischia di lasciare delusi gli uni o gli altri. Allora diventa evidente che, come si afferma nei volantini e comunicati diffusi, il vero obiettivo è la rivoluzione. In questo caso ha senso unire realtà che in modo evidente hanno esigenze di soluzione diverse.
Mischiare l’autotrasporto con queste realtà risponde solo alla esigenza di fare confusione.
Le loro iniziative dunque puntano ad altro e noi non dobbiamo cadere nelle provocazioni e lasciarci strumentalizzare. Se vi saranno delle azioni lunedì 9 dicembre che coinvolgeranno dei colleghi non faranno parte di una azione di fermo del trasporto ma solo il frutto di una protesta rivoluzionaria.
Se sbagliamo nell’analisi invitiamo i dirigenti di Trasporto Unito a defilarsi dalla protesta ed ad aprire con le federazioni responsabili un confronto per cercare di trovare insieme le soluzioni possibili.
Temiamo che non lo possano più fare.
È stato desolante assistere alla richiesta avanzate nel corso della trattativa di un rappresentante di Trasporto Unito di avere garantita la presenza nel prossimo Albo che si va rinnovare. Da parte nostra nessuna contrarietà a patto che siano provati i requisiti di rappresentanza che debbono in modo documentale dimostrare l’esistenza di quelle federazioni che non fanno riferimento al Cnel. Ma vi sembra dignitosa una richiesta del genere?
Singolare lo stato confusionale che vede da un lato richiedere la soppressione dell’Albo, tanto che si raccolgono le firme, e dall’altro avanzare richieste, anche se velate tuttavia evidenti, di partecipazione. Sarebbe opportuno una volta per tutte che si chiarissero sugli obiettivi.
LA RIUNIONE UNATRAS
Come previsto la Presidenza Unatras si è svolta per una prima analisi delle evoluzioni e per dare una impostazione unitaria (era presente anche l’Anita) alla riunione prevista con il Ministro. La decisione assunta è stata di procedere, in base al mandato ricevuto, ad una proposta di sospensione del fermo se all’emendamento approvato sulle risorse, sull’accisa e sulla nuova riorganizzazione del Comitato dell’Albo saranno forniti impegni sugli altri temi oggetto del confronto. Il comunicato è già stato pubblicato.
UN LUTTO CHE CI COLPISCE TUTTI
Nella nottata di martedì si è spenta la mamma del presidente onorario di Conftrasporto, Fabrizio Palenzona, già presidente Fai. A Lui, ai suoi familiari, le nostre sentite condoglianze.
CONSIDERAZIONI DI CARATTERE GENERALE
Non sappiamo quali saranno le decisioni del “fronte rivoluzionario” sulle soluzioni trovate. Dopo la sospensione non si sono presentati all’incontro con il Governo (bel modo di comportarsi. Potevano comunicarlo almeno per il rispetto dovuto ai propri associati e alle istituzioni). Decideranno o meno se proseguire o no nell’attuazione della protesta; lo sapremo presto.
Noi siamo sempre pronti ad aprire un confronto purché questo non sia improntato sui diktat. Si discute e si decide insieme accettando uno dei principi principali della convivenza civile. Accettare le decisioni prese a maggioranza. Non riteniamo di rappresentare imprese meno capaci o con meno diritti di altre. Se dal confronto emergessero proposte ragionevoli, anche se provenienti da Trasporto Unito, non esisterebbe alcun problema a condividerne le ragioni. Ma altrettanto deve essere per loro. Nessuno può dire o si accettano le nostre richieste o non esiste dialogo.
Lunedì 9 dicembre vedremo cosa succederà. Avremo occasione di tornare sull’argomento in base alle evoluzioni che si registreranno. Speriamo siano positive.
Alla prossima.
Paolo Uggè