

In sintesi le attività della settimana.
SITUAZIONE GENERALE
L’autotrasporto è in questa settimana tornato al centro dell’attenzione e purtroppo, come era facile prevedere, non in modo particolarmente positivo.
I media hanno dato grande risalto al documento sulla revisione della spesa pubblica, elaborato da Cottarelli. La parte che particolarmente ci tocca è quella relativa ai trasferimenti delle risorse alle imprese. Il mondo dei trasporti, togliendo i trasferimenti con controprestazioni, quelli essenziali e a sostegno della ricerca e dello sviluppo, pesa 2 miliardi e 110 milioni su una somma “aggredibile” di 3Mld e 700 milioni. Alle ferrovie, per esercizio e investimenti, i trasferimenti sono invece pari a 3,5 Mld.
Nel nostro Paese vi sono 3.127 enti pubblici (enti, consorzi, società partecipate da regioni e dalle province) che, secondo un calcolo fatto dall’Upi (Unione delle province), costano circa 7 Mld dei quali 2,5 solo per i consigli di amministrazione. Non avendo visto cenno di questi enti certamente utili allo sviluppo del Paese, consigliamo il Governo a voler approfondire la materia, anche perché il documento Cottarelli rimanda alla scelta politica quanto e su quali settori intervenire.
Alla luce di alcune dichiarazioni riportate sugli organi di stampa è stato emanato un comunicato stampa con il quale si ribadisce un concetto più volte espresso. Conftrasporto non può essere in alcun modo contraria per una ridefinizione degli interventi, purchè in modo parallelo si portino avanti le azioni concordate nel protocollo di intesa sottoscritto con il Governo e del quale il Ministro Lupi ha confermato la validità.
Una iniziativa significativa intanto è stata assunta dal presidente di Confartigianato trasporti. Martedì 25 tutte le federazioni dell’autotrasporto sono state invitate a ritrovarsi per compiere una analisi della situazione e individuare linee e strategie per il prossimo futuro.
Alla luce di quanto si sta intravedendo è una scelta vitale. Gli operatori hanno ben chiaro tale concetto. Non possiamo deluderli. Per questo si devono trovare posizioni comuni e si deve accettare il principio che sta alla base di ogni realtà democratica.
LA MAGGIORANZA QUALIFICATA SCEGLIE
E’ questo un concetto che abbiamo espresso più volte. Non vi è ombra di dubbio che i tempi siano in evoluzione. Stiamo passando dalla concertazione (principio irrinunciabile per diversi anni che è stato difeso anche con iniziative sindacali) al decisionismo che prova a relegare il confronto con le parti sociali a elemento inutile. Proprio per questa ragione i corpi intermedi, dei quali il trasporto è una parte, debbono fare massa critica senza perdersi in diversificazioni.
Queste nostre sollecitazioni sembrano non trovare la condivisione di tutti. Addirittura si è tentato, e questo ci pare, se vero, poco corretto, di attribuire ad un parlamentare volontà sull’Albo che non gli appartengono. Il vice presidente della Commissione trasporti non ha detto nella interrogazione che l’Albo deve essere soppresso. Eppure in un sito così si sostiene.
Ricordo che la riforma del Comitato dell’Albo con i nuovi compiti è stata riconosciuta positiva in quella interrogazione anche da quel parlamentare. Quindi sicuramente si tratta di una svista. Ne parliamo solo perché alcuni operatori ci hanno chiesto chiarimenti. La riforma dell’Albo è stata condivisa da tutte le organizzazioni e quindi affermazioni di senso opposto non possono che essere refusi.
LA SICILIA VERSO IL FERMO
Il mancato trasferimento delle risorse necessarie alla corresponsione del bonus fiscale ha originato la decisione di effettuare il fermo dei servizi a partire da lunedì 24 p.v. Le motivazioni della protesta sono pienamente condivise dalla FAI territorialmente competente. Dobbiamo dire che simili comportamenti non fanno altro che alimentare rabbia, delusione e sfiducia nei confronti della politica e del Governo.
E’ questo il nuovo modo di governare? Gli operatori hanno ragione a protestare e noi siamo con loro ed indichiamo sin da ora che la responsabilità di quanto potrà avvenire non può che ricadere su chi ha assunto impegni e non li ha mantenuti.
ANCHE A NAPOLI
Dopo la decisione annunciata dal gruppo Cosco di lasciare il porto di Napoli per l’inadeguatezza a ricevere navi porta containers in grado di trasportare un maggior numero di pezzi, gli operatori del porto hanno deciso di proclamare un blocco delle attività a partire da lunedì 31 marzo. L’azione ha come obiettivo ottenere un interessamento del Ministro, a partire dalla nomina del presidente della Autorità portuale la mancanza del quale, il porto è commissariato da anni, ha portato alla perdita di contributi europei e la decisione di ampliare i fondali per consentire di accogliere le nuovi navi di stazza maggiore. E’ troppo sperare in un intervento?
IN EUROPA INTANTO…
Intanto il Parlamento europeo ha spostato al 2016 la questione legata ai maxi tir per i quali vi era la proposta di consentirne la circolazione. Anche su questo aspetto sarebbe importante ricordare quali siano state le posizioni delle singole federazioni.
E’ invece stata discussa la questione del distacco di personale sulla quale il Parlamento in seduta plenaria dovrà esprimersi nel mese di Aprile. Chissà se la notizia scuoterà le menti illuminate di chi si è posto solo ora questa questione. Le imprese italiane non possono essere penalizzate e quindi se la soluzione europea non metterà concretamente in essere delle condizioni omogenee valide per tutti i paesi della Comunità, il ricorso al personale distaccato diverrà prassi comune. Altro che revisione della spesa pubblica.
COSTI DELLA SICUREZZA
Avendo anche a tale proposito ricevuto richieste di chiarimenti non possiamo che riconfermare, come la nostra organizzazione si comporterà su un aspetto così delicato. La questione, va sempre ricordato, è nata da un richiamo forte da parte delle organizzazioni delle imprese artigiane al valore dell’unità. E’ stata da noi trattata con correttezza e coerenza (quando si è parte di un progetto anche se non lo si condivide completamente lo si difende nel miglior modo possibile; noi lo abbiamo fatto, altri no).
Ora i nostri organismi seguono con attenzione le evoluzioni su tale argomento e hanno trovato nelle conclusioni della Commissione europea la conferma come sulla sicurezza e sulla qualità prevalga il pubblico interesse. Per questo a determinate comprovate condizioni possono essere derogate norme comunitarie. Per questo si ritiene opportuno che il Ministro, come da Lui detto, avvii il percorso che può portare ad identificare una soluzione, in linea con gli orientamenti comunitari. E’ opportuno per tutti evitare di trovarsi a dover gestire fasi di possibili conflitti individuando soluzioni adeguate che determinino il rispetto delle norme sulla sicurezza sociale e della circolazione. Indipendentemente dal pronunciamento che la Corte di Giustizia esprimerà (le conclusioni della Commissione non sono certo vincolanti per i giudici) si determineranno rigidità che renderanno più difficile il percorso.
Quindi nulla è stato deciso e la posizione nostra è quella contenuta nel protocollo del 28 novembre.
Una curiosità in proposito ci pare adeguato segnalare. In un articolo apparso sul Corriere economia di lunedì u. s. si ripropone il tema delle tariffe per le parcelle degli avvocati.
Il Ministro di Grazia e Giustizia avrebbe approvato le proposte del Consiglio nazionale forense per determinare i parametri, ai quali faranno riferimento i giudici, in merito ai compensi spettanti agli avvocati. Anche in questo caso il giudice potrà rifarsi alle tariffe fissate dal Ministro della Giustizia. Evidentemente c’è principio e principio.
DIVIETI DI CIRCOLAZIONE
Martedì 18 si è tenuta la riunione, prevista dal protocollo del 28 novembre, sul calendario dei divieti e sulle modifiche da apportare. Una semplice lettura mostra come nel periodo che precede e segue la Pasqua, con il 25 aprile ed il primo maggio, le imprese rischiano di stare più ferme che operative.
La delegazione dell’autotrasporto ha evidenziato questa incongruenza. Si interviene per dare una maggior competitività e poi si riducono i giorni di attività. Chissà se il decisionismo del nuovo presidente del Consiglio, al quale Cottarelli propone di tagliare gli interventi a favore del settore, su una questione così decisiva per la competitività verrà informato ed interverrà. Il rappresentante del Ministero dello Sviluppo Economico, presente alla riunione, ha condiviso le posizioni espresse dalle federazioni del trasporto. Anche questo sarà per noi un elemento di valutazione per le scelte che si dovranno fare.
ATTIVITA’ ASSOCIATIVE
Oggi sono nelle “stanze ovattate” di Cernobbio dove la Confederazione tiene ogni anno il seminario di studi, alla presenza di uomini di governo, ed economisti. Martedì, come detto, l’incontro per le possibili modifiche al calendario dei divieti al quale ha partecipato il segretario Russo; Giovedì si è tenuta l’assemblea del Cnel che ha discusso il disegno di legge che ne prevede la soppressione. Ho potuto leggere il testo e molti compiti, oggi attribuiti al Cnel sarebbero assegnati, quando il testo verrà approvato, al “nuovo Senato”. I tempi non saranno così immediati in quanto trattandosi di una riforma costituzionale ha delle procedure che prevedono il doppio passaggio alle Camere oltre che delle maggioranze qualificate. In contemporanea si è svolta la riunione del coordinamento della Consulta nazionale della sicurezza stradale della quale mi era stato assegnato il coordinamento ed al quale ho voluto rinunciare, presentando le dimissioni.
Alla prossima.
Paolo Uggè