Di seguito le attività della settimana.
SITUAZIONE GENERALE
Anche nella settimana che è trascorsa abbiamo passato le giornate a seguire il dibattito parlamentare che si sta svolgendo sul disegno di legge di stabilità. Nel Ddl sono contenute le norme approvate dal Senato e riguardanti il nostro settore.
Nella notte di martedì la Commissione competente ha approvato il testo che contiene quanto con il Governo avevamo definito sul quale è stata posta la questione di fiducia.
In settimana si è tenuto anche l’incontro, come da convocazione, con il Ministro Lupi e l’On. Rocco Girlanda, Sottosegretario delegato.
La delegazione delle federazioni responsabili ha preso atto dei riconoscimenti espressi dal Ministro sul senso di responsabilità dimostrato, ma non ha potuto fare a meno di sottolineare la necessità di portare avanti, nei tempi previsti, le misure concordate. Le difficoltà esistono e le imprese hanno la necessità assoluta di risolvere problemi di esistenza.
Alla riunione era presente anche una delegazione eterogenea composta da Associazioni Territoriali e da Trasporto Unito. Non essendo presenti né il presidente né il segretario dell’organizzazione, colpito da una improvvisa influenza, non si è potuto affrontate le questioni presenti nel protocollo.
La condizione da noi posta è stata infatti quella che la discussione dovesse avvenire con chi aveva firmato il protocollo, punto dal quale partire per introdurre, miglioramenti, eventualmente condivisi.
Il Sottosegretario ha mantenuto tale impostazione e si è riservato la possibilità di proseguire nel confronto per verificare l’intenzione di Trasporto Unito di sottoscrivere il protocollo di novembre.
Il comunicato diffuso e pubblicato sul sito rappresenta la posizione delle federazioni responsabili e i contenuti sintetici delle comunicazioni effettuate.
LE IPOTESI CHE SONO CIRCOLATE
Nel tardo pomeriggio di martedì è stata comunicata l’intenzione di Trasporto unito di sottoscrivere quanto già da noi concordato a condizione che si prevedesse la modifica dei requisiti previsti per essere ammessi nel prossimo Comitato dell’Albo.
Il 28 novembre era già stata fatta balenare tale ipotesi alla quale era stata data disponibilità, purchè il fermo venisse sospeso. Era stato redatto infatti un altro protocollo che comprendeva la modifica. In quella occasione Trasporto Unito rifiutò l’ipotesi e preferì andare al fermo.
Dopo il flop evidente, la proposta è tornata di attualità con la richiesta di prevedere una modifica relativa sulla presenza nell’Albo. Solo in tale caso Trasporto Unito sottoscriverebbe il protocollo. La nostra disponibilità a verificare possibili cambiamenti è stata ancora confermata ma la verifica su possibili cambiamenti non potrebbe che essere successiva al voto del Parlamento. Consentire modifiche all’ultimo minuto rischierebbe di innescare complicazioni dagli esiti imprevedibili.
Quello che sembra emergere è molto spiacevole. Degli operatori sarebbero stati indotti ad una protesta solo perché una federazione ottenesse il posto all’Albo, senza dover dimostrare i requisiti previsti? E tutte le critiche sui contenuti del documento da noi sottoscritto sarebbero superate? La nostra prudenza trova una ragione nella confusione che regna sovrana in quella realtà composita. Da un lato si formulano al Governo delle ipotesi costruite sull’inserimento nel Comitato dell’Albo, dall’altro in incontri con esponenti politici, si sostiene la necessità di abolirlo. La dichiarazione rilasciata da un parlamentare, (forse fidatosi di un “consigliere” un po’ confuso), che ha accusato il Governo di aver voluto deliberatamente escludere dall’Albo “un soggetto rilevante” sembrerebbe rafforzare la tesi che per gli interessi di qualcuno la categoria è stata portata all’azione di fermo. Comprendiamo che qualche nuovo leader sia alla ricerca di un posto da occupare ma non può essere a spese della categoria.
Nella serata sempre di martedì, resosi conto della totale ininfluenza, il segretario di Trasporto Unito, rimessosi dall’influenza, ha sciolto ogni titubanza e dichiarato di non voler sottoscrive il protocollo ma la sua disponibilità a “collaborare con il Governo per il rilancio del trasporto italiano discutendo le norme che sono state alla base del fermo della categoria” (una bella faccia tosta come se il fermo fosse riuscito).
Nel comunicato si conferma la contrarietà ai contenuti del protocollo di intesa ma con l’offerta di collaborazione si cerca solo di rientrare nel gioco.
Come sia ipotizzabile che il Governo, dopo aver raggiunto una intesa che ha dato origine a delle normative sulle quali è stata posta la fiducia per ben due volte, oggi le modifichi e avvii invece un confronto su proposte in netto contrasto, rispetto ai contenuti presenti nel protocollo, dovrà essere spiegato.
Noi ribadiamo la disponibilità già annunciata e riconosciuta dal Ministro Lupi e dal sottosegretario Girlanda cioè di discutere sulla base del protocollo ma con chi quel documento ha firmato.
RILEGGIAMO QUANTO DICEVANO DURANTE LE MANIFESTAZIONI
“ Continuiamo a registrare adesioni per la protesta dell’8 dicembre”;
“Considerato che la stragrande maggioranza delle imprese di autotrasporto la pensa come noi, va da sé che il consenso alla protesta sarà maggiore delle aspettative”;
“E’ arrivata l’ora di dimostrare chi ha i numeri. Se Unatras e Anita dicono di rappresentare il 90% dell’autotrasporto italiano il Paese non sarà in grado di percepire il fermo”;
“Basta bugie su infiltrati; il Ministro Lupi rassegni le dimissioni; mentendo ha tradito la fiducia degli italiani;” “i vertici delle associazioni di regime terrorizzati dalla riuscita del fermo invitano lo Stato ad intervenire” “il nostro obiettivo è di far dissociare dalle associazioni tradizionali il maggior numero di imprese”.
Queste frasi non appartengono certamente a noi ma sono riportate in comunicati stampa che i leaders della protesta hanno rilasciato durante la loro iniziativa. Si attende ora l’annuncio di vittoria e poi c’è tutto .
Quanto successo non lo dobbiamo certo commentare noi. I dati diffusi dalle società concessionarie parlano di una riduzione del traffico pesante dello 0,97%; i distributori di carburanti erano riforniti in modo regolare e nei supermercati le merci non sono mancate.
Che dire di più? Questa non è polemica ma la risultante di una azione che una classe dirigente dimostratasi incapace e attenta solo alla propria visibilità ha prodotto.
A chi rappresenta, anche se marginalmente, l’autotrasporto chiediamo di riflettere se non sia stato commesso un grave errore nel mischiare le questioni degli autotrasportatori che sono complesse e che richiedono soluzioni razionali e ragionate, con quelle dei movimenti di protesta dei “forconi”.
I cittadini, gli artigiani, gli agricoltori, una parte dei nostri concittadini hanno delle ragioni fondate per protestare e fanno bene a farlo. Le imprese di autotrasporto colpite anch’esse duramente dalla crisi, avevano la necessità anch’esse di risposte concrete ed immediate possibili. Avendole ottenute non aveva senso chiamarle al fermo.
Le disposizioni approvate sono l’inizio di una percorso che deve essere seguito per apportare quelle modifiche strutturali necessarie ai nostri operatori. Noi andremo avanti sulla strada tracciata che non sarà facile ma rimane l’unica prospettiva per cambiare il settore.
Chi ha regalato il valore aggiunto della forza dell’autotrasporto dovrebbe prendere atto del risultato ottenuto; aver dato spazio a certi rappresentanti territoriali, alcuni forse anche senza azienda, che hanno sostenuto sulla stampa cose non rispondenti alla realtà, come quella sui 300 milioni che, sarebbero stati destinati alla formazione, o altri dati inverosimili, dovrebbe ora riflettere e smettere di mistificare la realtà. Sarebbe meglio se chi ha organizzato il tutto incominciasse ad esprimere solidarietà per le minacce che sono state rivolte a dirigenti di federazioni (alcune rese pubbliche, altre subite in silenzio) e si rendesse conto di come ha preso in giro la gente. Nessuno può pretendere di imporre la propria volontà agli altri; in democrazia decidono sempre le maggioranze.
Nell’autotrasporto, settore delicato, occorre possedere conoscenza e capacità di far crescere il consenso intorno alle idee; non solo protestare. Prendiamo atto delle ultime dichiarazioni di trasporto unito che dopo averne chiesto le dimissioni ora si offre di collaborare con il ministro che “avrebbe tradito la fiducia degli italiani”, le condizioni sono chiare. E’ vero in fatto di coerenza c’è sempre da imparare.
Non ci stupiamo neppure di altre dichiarazioni di realtà associative che rappresentano più il mondo che utilizza l’autotrasporto, totalmente escluse dalle trattative, che hanno annunciato di condividere le richieste di trasporto unito (chissà se concordano sui tempi di pagamento, sull’eliminazione di ogni forma di intermediazione, sui corrispettivi più adeguati ai costi, etc).
LA PROTESTA DEI “FORCONI”
Non abbiamo mai voluto entrare nel merito delle loro richieste, anche se ne avremmo avuto il diritto. Riteniamo che il malessere diffuso e le disattenzioni registrate in questi anni sia alla base delle ragioni della protesta. Il malessere va compreso e le soluzioni vanno trovate con chi intende ragionare.
Quello che abbiamo voluto evitare è stata una operazione che cercava di far passare proteste di carattere generale, come quella degli autotrasportatori. Nei primi giorni delle azioni questo era infatti il messaggio che i media davano all’opinione pubblica. Noi avevamo il dovere di fare chiarezza e lo abbiamo fatto. Nessuna polemica, dunque, con i Forconi se non quando si è cercato di coinvolgere anche l’autotrasporto. Noi rispettiamo il loro diritto di protestare ma pretendiamo di non essere coinvolti in questioni di natura diversa.
Forse qualcuno ha la responsabilità anche di aver provato ad ingannare anche i leaders dei forconi assicurando forte adesione da parte dell’autotrasporto.
Una considerazione finale dopo l’adunata, poco partecipata di piazza del Popolo. Giorgio Gaber sulla determinazione a fare le rivoluzioni da parte degli italiani diceva: “ la rivoluzione? oggi no!; domani? Forse; ma dopo domani sicuramente.” E così è andata anche a Roma.
L’autotrasporto comunque non c’era.
ATTIVITA’ FEDERAZIONE
Martedì come sopraddetto l’incontro con il ministro Lupi ed il sottosegretario Girlanda; mercoledì presidenza confederale, assemblea Cnel e riunione comitato centrale dell’Albo. giovedì consiglio nazionale federazione.
AUGURI A TUTTI
Si chiudono così queste settimane intense e ci prepariamo a vivere il periodo natalizio. Auguro ad ognuno di voi di poter passare in serenità questi giorni di gioia e di affrontare l’inizio del nuovo anno con la determinazione necessaria e con la ritrovata voglia di fare. All’orizzonte sembrano intravedersi alcuni piccoli segnali che lasciano intuire la possibilità di una ripresa o per lo meno della fine della discesa. Speriamo bene.
p.s.
Auguri anche a chi vive di dietrologie e le scrive. Forse gli è sfuggito ma a Montecatini è arrivato alla Fai anche un messaggio per i convenuti di un leader politico. Sono sicuro che scoprirà chi è presto. Così potrà riferire di altri complotti. Auguri anche a lei.
Ci risentiremo dopo il periodo natalizio.
Paolo Uggè