La Settimana Sindacale Confederaledal 13 al 17 OTTOBRE 2014

NOR14322 – Tassi effettivi globali e tassi soglia antiusura. IV Trimestre 2014.
17 Ottobre 2014
Lettera Aiscat
17 Ottobre 2014

In sintesi le news della settimana.

SITUAZIONE GENERALE

Nulla di nuovo per quanto riguarda iniziative del Ministero dei Trasporti sulle nostre vicende, nella settimana passata. Registriamo  anticipazioni che lasciano intuire la volontà del Ministro a voler sostenere la conferma delle risorse per il settore, anche se con delle riduzioni.

Il Ministro infatti ritiene che anche il mondo dell’autotrasporto debba, in coerenza con tutti gli altri componenti dell’economia nazionale, fare delle rinunce e dei sacrifici.

Non ci pare che si possa affermare che le federazioni dell’autotrasporto, quando sono state chiamate a partecipare a rinunce, per l’interesse generale, si siano rifiutate di fornire il loro apporto e contributo.
Noi di Conftrasporto siamo stati e siamo disponibili a fare la nostra parte! Chiediamo solo che non vi siano preconcetti nei confronti del settore che rappresentiamo e di poterci confrontare.

In questi giorni il tema dominante è la Legge di Stabilità e gli interventi di copertura. Da quanto è possibile leggere sui resoconti dei quotidiani (occorre comunque attendere il testo definitivo) non v’è alcun dubbio che aspetti importanti, dei quali non si può non tener conto, sono previsti in tema di riduzione dei costi per le imprese con dipendenti. L’intervento annunciato sull’Irap, la flessibilità per i nuovi assunti, con l’esenzione dai contributi per i primi tre anni, hanno un impatto rilevante sul costo del lavoro. Questo non si potrà ignorare quando si discuterà sui tagli che debbono garantire le coperture alle misure adottate.

E’ importante tuttavia che il saldo non diventi negativo per effetto di interventi su voci già in vigore. La notizia delle ultime ore  vedrebbero assegnati al settore 250 milioni di euro, con una clausola che destini il 20% per ristrutturazioni e aggregazioni. Ci sembrano delle notizie che, se confermate, dimostrano attenzione nei confronti del settore, come da tempo andiamo richiedendo. Siamo, per ora, prudenti ed a questo spirito mi sono attenuto nei commenti rilasciati. Staremo a vedere.

Nel frattempo, grazie al lavoro del centro studi confederale, abbiamo fornito elementi di valutazione sull’impatto che talune scelte annunciate potrebbero, se non considerate in tutte le sue sfaccettature,  scaricare sul Paese. Il riferimento è sull’accisa.

Venerdì su Il Giornale abbiamo evidenziato a quanto ammonterebbero le minori entrate fiscali dello Stato se la riduzione della compensazione venisse attuata.

Come di consueto quando facciamo le battaglie cerchiamo di portarle avanti con la determinazione che riteniamo utile. Sappiamo che talvolta le nostre iniziative suscitano invidia e critiche in chi non comprende o non realizza. Ci piacerebbe confrontarci negli incontri con gli operatori, non certo sui network, sul cosa fare. Del resto essendo “datati”, cioè vecchi, restiamo ancorati alle sensazioni che solo il confronto diretto con la categoria può fornire.

In settimana abbiamo avuto modo di registrare alcune prese di posizione che rispettiamo, anche se non le condividiamo. Quello che troviamo anomalo è che queste vengano riprese da organizzazioni che dovrebbero preoccuparsi di tutelare gli operatori rappresentati, anziché servire da amplificatore, quasi vi fosse un comune sentire, con rappresentanze che tutelano interessi, certamente  legittimi, ma in contrapposizione con quelli dei  nostri operatori.

Sarebbe più corretto che le critiche prendessero spunto da fatti o dichiarazioni reali e non sui sentito dire. Personalmente diffido di coloro che si fanno interpreti delle intenzioni altrui.

Sulle critiche che, non certo ultimo, il presidente di una organizzazione che rappresenta gli operatori logistici mi rivolge, relativamente a quella che sarebbe la mia posizione sui costi minimi, non perdo tempo a rispondere. Si legga quello che ho avuto modo di dire a proposito e, se la memoria ancora non gli fa difetto, anche di realizzare in merito.

Non chiedo a questo signore di condividere quanto io faccia. A me basta che siano d’accordo solo gli imprenditori che rappresento. A loro debbo rendere conto e, con loro, assumere le decisioni. 

Non credo proprio di dover prendere in considerazione le considerazioni provenienti da chi in modo altrettanto legittimo porta avanti interessi di imprese che non sempre sono di supporto a quelle di autotrasporto. Talvolta capita che li sfruttino. Quindi esimio presidente, se consente, dei suoi giudizi  e delle sue elucubrazioni me ne fotto allegramente.

Sarebbe meglio che tutti, prima di esprimere giudizi su presunte dichiarazioni si accertassero sulla reale aderenza con il pensiero del soggetto al quale vengono attribuite. Mi riconosco solo in ciò che esprimo direttamente con scritti o dichiarazioni espressamente autorizzate. A volte succede che, per motivi di sintesi nel titolare un articolo o per altre esigenze, chi redige articoli e riporta concetti, utilizza espressioni che non sono state rilasciate e su queste si innescano i processi alle intenzioni.
 
Torno ancora, in quanto ritengo che questo sia importante, riassumere quello che rischiano gli operatori in base alle decisioni già assunte sia per quanto riguarda l’accisa che altri aspetti. Dal 1 gennaio 2015 la compensazione dell’accisa verrà ridotta del 15%; inoltre è previsto un incremento di due centesimi che potrebbe aggiungersi, oltre alla riduzione di 58 milioni sui trasferimenti alle imprese.

Vi è poi un aspetto che deve essere definito e che meriterebbe attenzione soprattutto da chi tutela le imprese monoveicolari e riguarda le spese non documentabili. Secondo la Corte dei Conti la misura potrebbe presentare incompatibilità con posizioni comunitarie. La medesima ipotesi sembrerebbe doversi applicare alla riduzione del SSN. Forse qualche assicurazione in merito sarebbe il caso di ottenerla. Presentare ipotesi piuttosto strampalate che, lo affermo ora, non porteranno positività per le imprese e non impegnarsi per ottenere chiarimenti non ci sembra la strada più idonea.

In questi ultimi mesi abbiamo sentito teorie e proposte che mirano a coinvolgere la federazione (ma anche quelle federazioni che condividono con noi le medesime idee) circa una “alleanza incestuosa” con l’associazione  che rappresenta i concessionari autostradali. L’Aiscat ha fornito una risposta in merito che, non volendo seguire i comportamenti di chi, con lungimiranza non comune, sul proprio sito amplifica le critiche a noi rivolte, pubblichiamo solo nella parte riservata. Lì sono riportate le motivazioni per le quali certe ipotesi, che suscitano in prima istanza condivisione, in realtà sono inapplicabili. Chissà che la risposta fornita riesca a fare chiarezza su un punto al quale si è fatto e si continua a fare ricorso in modo errato.

SI PROSEGUE AD ILLUDERE LA GENTE CON IDEE INSOSTENIBILI

Trovo che il comportamento di chi, rappresentando la categoria e senza documentarsi, susciti delle aspettative tra gli operatori sia incomprensibile, oltre che e rischioso.

Dopo la figuraccia fatta sulla richiesta di deroghe alle norme del cabotaggio (avrebbe danneggiato tutte le imprese nazionali che all’estero lo effettuano) ora si insiste nel voler convincere la gente su una inesistente possibilità di stipulare accordi commerciali tra privati (concessionarie autostrade e imprese di autotrasporto) per ottenere sconti ai caselli, da applicarsi solo alle imprese italiane. Credo che siamo al massimo della disinformazione.

Fino ad oggi ho evitato di rivolgermi direttamente ma ora sento mio dovere invitare chi ha la responsabilità di rappresentare la categoria di smetterla di diffondere illusioni e sostenere proposte non compatibili. Con grande rispetto e con spirito di collaborazione non posso che riconfermare la mia disponibilità di mettermi a disposizione per favorire un confronto sulle interpretazioni delle norme comunitarie, aiuta ad evitare errori grossolani. Prima di lasciarsi vincere da entusiasmi giovanili occorrerebbe invece ricercare, con umiltà, il confronto prima di avanzare certe proposte. Si eviterebbero brutte figure.

Gli articoli 7 e 7 decies della direttiva 2011/76, in combinato disposto con l’articolo 92 del TFUE, escludono esplicitamente la possibilità di misure che rendano meno favorevoli le disposizioni in materia di trasporti nei confronti di vettori degli altri stati membri.

Inoltre gli articoli 101 e 102, titolo vii del TFUE, stabiliscono che sia incompatibile con il mercato interno  applicare condizioni dissimili per prestazioni equivalenti  nei rapporti commerciali. Se poi volessimo assumere a riferimento un ulteriore concetto della direttiva sull’Eurovignette potremmo notare che “i pedaggi e diritti d’utenza debbono essere applicati senza discriminazione diretta o indiretta, fondata sulla cittadinanza del trasportatore. Questo per non provocare distorsioni della concorrenza tra operatori”.

Spero che questi riferimenti siano sufficienti per comprendere che anche la proposta sugli sconti commerciali non possa essere sostenuta. Speriamo, allora, che le improvvisazioni da dilettanti allo sbaraglio abbiano a cessare!

LE NOSTRE ASSEMBLEE    

Proseguono secondo il programma definito e nella prossima settimana saranno valutate nel corso della presidenza Unatras che ho provveduto a convocare per giovedì, le risultanze emerse dai vari incontri territoriali.

Intanto un momento di dibattito sulla situazione del settore sarà affrontato nella riunione degli stati generali che il Comitato dell’Albo ha deciso di convocare per oggi e domani. Noi saremo presenti e ci sforzeremo di approfondire con i colleghi delle altre federazioni le delicate questioni, cercando di costruire delle posizioni il più comune possibili. La riunione coinvolge tutte le realtà, riconosciute rappresentative e presenti nel Comitato centrale dell’Albo.

L’opportunità si commenta da sé ed è, quindi, auspicabile che tutti coloro che hanno a cuore il bene comune, salvo impossibilità, siano disponibili al confronto.

A VOLTE RICOMPAIONO…

Vi ricorderete tutti del segretario di Trasporto Unito, Maurizio Longo, quello che ha organizzato lo scorso dicembre con il movimento dei forconi il fermo dell’autotrasporto e che ora avendo trovato rifugio nella confederazione che rappresenta prevalentemente il mondo dell’intermediazione e della  spedizione è gradito anche a certi presidenti.
Ebbene: non invitato, in quanto non presente nell’Albo, il Longo è riapparso con un comunicato nel quale definisce l’Albo: un “inutile fantasma”. Una cosa balza all’occhio leggendo il comunicato. È presente in Lui uno stato di confusione evidente. Inizia coinvolgendo il Cnel con l’Albo e parla di “sindachite” malattia che colpirebbe “sindacalisti in cerca di un pezzo di tavolo”; ( Longo non è mia la colpa se il presidente Napolitano mi ha designato tra i dieci esperti. Capisco Tu non la condivida e magari un po’ Ti dia fastidio, ma io che c’entro?). “L’Albo non ha trovato un presidente” – dice ancora Longo- ma non è vero. La dottoressa Maria Teresa Di Matteo è stata indicata dal Ministro. Infine disegna una trama da film horror descrivendo che negli “uffici del v piano, (dove si trova il comitato), ti aspetti che una qualche minaccia sbuchi all’improvviso”. Non so se attribuire queste approfondite riflessioni a delle allucinazioni o se siano il risultato di incubi notturni ma non mi sembra abbiano molta attinenza. Penso giusto ricordare che il segretario di Trasporto Unito si è speso molto per riuscire ad entrare nell’Albo ma, nonostante abbia presentato regolare istanza di ammissione (ma se è un organismo inutile perché voler farne parte ad ogni costo?) La federazione che rappresenta è stata esclusa in quanto priva dei requisiti. Chissà perché ci viene in mente quella favola di Fedro sulla volpe e l’uva. Ma di volpi pare ve ne siano molte in circolazione in questi tempi.

Alla prossima.

Paolo Uggè