

Di seguito le iniziative settimanali:
Settimana dominata dalle vicende legate alla ”protesta dei movimenti per la rivoluzione”.
METTIAMO LE COSE IN CHIARO!
Solitamente la buona creanza dovrebbe evitare di utilizzare quanto viene rivolto a realtà interne per alimentare polemiche, senza neppure conoscere le ragioni per le quali si diffondono alcuni pareri.
Così pare non sia per tutti. Vi sono soggetti che si dilettano a leggere le comunicazioni settimanali per trovare spunti di polemica.
Non siete obbligati ad essere d’accordo con noi! Ne’ tanto meno siete autorizzati a diffonderne i contenuti, soprattutto distorcendone il significato. La Fai è una casa aperta a tutti e sempre è disponibile a raccogliere pareri, critiche, suggerimenti da coloro che operano nel mondo del trasporto. Le decisioni da noi le assumono gli operatori, eletti in congressi democratici.
Posso comprendere che per altri non sia così e siccome siamo tolleranti, per natura, non siamo contrari a che esistano. Non ci toccano gli insulti, per questo evitiamo di rispondere ogni volta. Siamo convinti che taluni farebbero meglio a tacere infatti “a volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprire la bocca e togliere ogni dubbio” purtroppo però “criticando ci si può sentire importanti a spese altrui. E’ un modo per usare l’operato degli altri come gradino sul quale elevarsi ai propri occhi”.
SITUAZIONE GENERALE
La settimana è trascorsa cercando di approfondire i contenuti del testo approvato dal Senato e già in discussione alla Camera dei Deputati.
Ripercorrendo i contenuti dell’intesa che ha portato alla sospensione del fermo proclamato, credo sia necessario fornire approfondimenti più ampi, non certo intromettendoci in scelte altrui ma fornendo a coloro che si sono rivolti a noi (non facciamo comunicati alcuni doverosi chiarimenti su quanto avvenuto ed ottenuto).
Ormai i contenuti del protocollo sono stati resi noti a tutti. Su una considerazione mi corre l’obbligo di concentrarmi e riguardano le ragioni per le quali l’autotrasporto era disposto a fermarsi.
Non c’è dubbio che la decisione assunta sull’accisa (riduzione del recupero) avrebbe creato danni insostenibili a molte delle nostre imprese. Questo intervento del Governo, unitamente all’ipotesi di una possibile riduzione delle risorse per abbattere i costi che gravano sulle imprese (lavoro, spese non documentabili, pedaggi etc) aveva determinato la decisione di proclamare il fermo. Ovviamente non sono di secondaria importanza anche i temi legati dal rispetto delle regole, con un particolare riferimento all’abusivismo nel cabotaggio; i controlli a tutta la filiera; la ricostituzione con compiti adeguati all’Albo; i tempi di pagamento; la questione dei trasportatori residenti nelle isole (a tale proposito per i colleghi della Sardegna già provata dai disastri provocati dal maltempo ed impegnata nell’opera di ricostruzione non sarà certo un aiuto una settimana di protesta); la lotta al fenomeno della intermediazione, la regolamentazione delle soste, la ripresa del confronto a livello politico etc. Tutte questioni che meritano di essere affrontate e definite. Ma tutte non risolvibili in tempi stretti.
Oggi possiamo dire che sulle richieste che avevano fatto scattare il fermo, le risposte esistono e sono presenti nell’emendamento, presentato dal Governo al Senato ed approvato con il voto di fiducia. In parole povere senza aver perso alcuna ora di lavoro si è ottenuto: l’annullamento della riduzione prevista per il recupero dell’accisa; la riconferma delle risorse nella misura utilizzata nel 2013 dalle imprese dall’autotrasporto (i dati della ragioneria attestano un utilizzo ridotto a 330 milioni sui 400 stanziati); la ricostituzione dell’Albo con una rimodulazione dei compiti per valorizzare le imprese in regola (coordinamento e definizione di regole comuni; controlli incrociati con istituti previdenziali) la presentazione di un emendamento che stabilirà i tempi di pagamento a 30 giorni, secondo le vigenti procedure, in modo che laddove si riscontrassero delle violazioni dagli organismi adibiti ai controlli scattino le sanzioni. Su tutti gli altri aspetti, non ultimo quello relativo ai vettori delle isole, si avvierà il confronto le cui risultanze saranno già verificate entro il mese di gennaio.
Ognuno è libero di pensare che si poteva ottenere di più (forse vista la situazione anche di meno) ma è innegabile che le ragioni unificanti che avevano indotto tutto il trasporto unito, attraverso le organizzazioni di riferimento, a proclamare il fermo hanno trovato risposte. Oggi nessuno può sostenere che quegli obiettivi unitari non siano stati raggiunti.
Rimaniamo stupefatti quando leggiamo alcune affermazioni circa l’inutilità delle risorse che si sono ottenute. Si tratta di soldi freschi che consentono in diversi casi alle imprese di riuscire a chiudere i bilanci e non le imprese. Certamente sono importanti, forse di più, il rispetto delle regole ma in attesa che il percorso concordato diventi operativo non è forse un intervento che aiuta le imprese, la messa a disposizione di risorse? Comunque, lo abbiamo già detto chi vuole può non usufruire degli interventi che vanno direttamente alle imprese perché sono riservati esclusivamente a loro.
La certezza che qualcuno voglia prendere in giro la categoria per personali obiettivi ci viene confermata da comunicati dove si afferma: ”che di fronte ad una promessa del Governo di garantire 330 milioni per i pedaggi autostradali, corsi di formazione e poco altro, Unatras e Anita si sono impegnate a sospendere il fermo.”
BUGIARDI E SCORRETTI! PERCHE’ TACERE SULLE MISURE DELL’ACCISA E SUI NUOVI COMPITI ATTRIBUITI ALL’ALBO CHE FAVORIRANNO, ATTRAVERSO I CONTROLLI INCROCIATI, IL RISPETTO DELLE REGOLE?
QUESTI PUNTI SONO INSERITI NELLA LEGGE GIA’ APPROVATA DAL SENATO!
NON CONSENTIAMO PRESE IN GIRO!
Evitiamo allora di farci confondere e torniamo ai fatti. Il 9 dicembre la protesta non è per l’autotrasporto ma l’inizio della rivoluzione, almeno così pare leggendo le intenzioni che sono riportate nei volantini diffusi dai diversi soggetti che hanno organizzato la “ribellione”.
Mentre il trasporto unito ha finalmente trovato un modo unitario di proporsi al Governo, ed è per questo che il fermo programmato a partire dal 9 dicembre è stato revocato, altre realtà come due associazioni siciliane, una con sede a Caltanissetta e l’altra a Catania, Forza d’urto, i Cobas del latte, Azione rurale Veneto, Life, il movimento dei forconi e Alba dorata Italia, hanno costituito comitati per la rivoluzione del 9 dicembre ed organizzeranno forme di protesta in tutto il Paese. Non abbiamo nulla da dire a loro rispetto alle rivendicazioni sostenute.
Sosteniamo che poco, o quasi nulla, hanno a che vedere con le esigenze dell’autotrasporto. Qualche similitudine è possibile, ma rispetto alle questioni fondamentali vi sono differenze oggettive.
Alcuni chiedono la soppressione dell’Albo; altri di farne parte e di modificare i requisiti per essere ammessi.
Inoltre cosa accomuna gli interessi di settori diversi, tra i quali esiste al massimo il rapporto di cliente e vettore (agricoltori e trasportatori) e le istanze riguardanti il sistema dei trasporti?
Quali ragioni prevarranno tra le tante realtà che chiedono un confronto al Governo?
Non ci permettiamo di negare che possano esistere motivi per una protesta organizzata ma non riteniamo possa essere qualificata come fermo dell’autotrasporto.
Siamo in presenza di una vertenza di carattere generale che riguarda l’ordine pubblico che punta a rappresentare situazioni di difficoltà.
NON CONSENTIAMO AD ALTRI DI UTILIZZARCI COME UTILI IDIOTI! MA INVECE PARTECIPIAMO A COSTRUIRE IL NOSTRO FUTURO!
Se qualcuno avesse dei dubbi invitiamo i dubbiosi a collegarsi su: http://www.youtube.com/watch?
LI TROVERETE LA PROVA CHE IL 9 DICEMBRE LE QUESTIONI DEL TRASPORTO NON SONO L’OBIETTIVO DELLA PROTESTA!
QUALCUNO VUOLE STRUMENTALIZZARE L’AUTOTRASPORTO! E QUALCUNO VUOLE FARSI STRUMENTALIZZARE!
E’ UN ILLUSO CHI PENSA DI POTER APPROFITTARE DI QUELLA CHE IN TUTTA EVIDENZA E’ UNA PROTESTA CHE HA ALTRE MOTIVAZIONI.
NON SENTONO LA RESPONSABILITA’ DI POSSIBILI EPISODI DI VIOLENZA DAGLI EFFETTI IMPREVEDIBILI?
SONO CONVINTI DI AIUTARE LA POPOLAZIONE DELLE ZONE DELLA SARDEGNA E ALTRE CHE STANNO VIVENDO MOMENTI DRAMMATICI?
Il TRASPORTO UNITO, CHE SI RICONOSCE NELLE FEDERAZIONI RESPONSABILI, HA SOTTOSCRITTO UNA INTESA CHE RISOLVE IN MODO CHIARO, E DA SUBITO, LE QUESTIONI PER LE QUALI ERA STATO PROCLAMATO IL FERMO.
PER QUESTO LE FEDERAZIONI RESPONSABILI HANNO DECISO DI SOSPENDERNE L’ATTUAZIONE SCEGLIENDO DI INCALZARE IL GOVERNO IN UN CONFRONTO SERRATO E DETERMINATO.
L’ULTIMA PERLA, OFFENSIVA NEI CONFRONTI DEI DESTINATARI, RIGUARDA LA NOTIZIA CHE LE FORZE DI POLIZIA SAREBBERO DALLA LORO PARTE. NON LO CREDIAMO E PENSIAMO CHE QUALCUNO VOGLIA SMENTIRE QUELLO CHE SAREBBE UN FATTO GRAVISSIMO.
Per ora altro non ho da dirvi se non raccomandare a tutti di chiarire bene i punti essenziali e soprattutto evitare situazioni che generino danni alle persone. Non vogliamo essere costretti a piangere nuovi morti.
NOTIZIE DELL’ULTIMA ORA
Da una verifica, tramite contatti locali, del pensiero delle imprese di autotrasporto sulle loro intenzioni relativamente alla protesta di lunedì ottenendo risposte di chiara volontà a voler lavorare. Da qui emerge che se il fermo fosse effettuato solo nel rispetto delle volontà degli operatori non sarebbe effettuato. Esistono preoccupazioni per atti intimidatori messi in atto non da colleghi ma dagli “altri partecipanti” alla rivoluzione. Le preoccupazioni trovano le conferme da notizie che personaggi non appartenenti al mondo dell’autotrasporto hanno effettuato ricognizioni ed incontri per organizzare punti di blocco.
Noi invitiamo i nostri colleghi a voler evitare provocazioni qualora fossero fermati. Meglio perdere un viaggio che avere danni alle persone o alle cose. Un dato ci pare certo non tocca a noi impedire l’avvio della fase di rivoluzione proclamata dai movimenti che poco o nulla hanno a che vedere con l’autotrasporto. A coloro che si faranno convincere a partecipare all’iniziativa diamo appuntamento tra qualche mese per verificare quelli che saranno i concreti cambiamenti che si saranno verificati nel settore. Non dimentichiamoci il blocco del 2000 in Sicilia e quello del 2012. Proclami di vittoria senza alcun risultato.
UNA OSSERVAZIONE TUTTAVIA LA VOGLIO FARE. SE CHI HA GOVERNATO IL MINISTERO DAL 2011 AVESSE PORTATO AVANTI LE INTESE RAGGIUNTE CON LA CATEGORIA E SE LE AUTORITA’ PREPOSTE AVESSERO APPLICATO LE NORME VIGENTI IN TEMA DI CONTROLLI SUL RISPETTO DELLE REGOLE, QUELLI CHE VOGLIONO FARE LA RIVOLUZIONE NON POTREBBERO CONTARE SULLA FORZA CHE IL NOSTRO MONDO, ASSICURA.
Da ultimo voglio dire che non ci intimoriscono gli insulti che vengono fatti pervenire per la scelta effettuata. Noi non facciamo altro che attenerci alle decisioni dei nostri organismi che come più volte affermato sono composti da imprenditori. Rispettiamo, ma non condividiamo, le ragioni di chi ritiene di dover protestare. Pretenderemmo altrettanto rispetto e il diritto di poter scegliere liberamente se viaggiare o meno. Ma forse questo resterà solo un desiderio.
Contiamo ovviamente di ricevere informazioni in tempo reale dal territorio per poter fornire adeguata assistenza.
Saluti e alla prossima.
Paolo Uggè