La settimana sindacale confederale dal 07 all’11 MAGGIO 2012

Consulta Nazionale della Sicurezza Stradale
11 Maggio 2012
Infrastrutture Trasporti Logistica e Mobilità. Sciogliere i nodi per competere
11 Maggio 2012

Come ipotizzato la settimana ha avuto una accelerazione positiva rispetto alle questioni del settore.

Nel dettaglio.

GOVERNO E CATEGORIA

Il tema è sempre legato alla completa attuazione delle questioni relative al settore che il Governo si è impegnato, anche attraverso atti concreti, a realizzare.
Non c’è dubbio che la difficile situazione economica induca molti operatori a voler protestare “a prescindere”. La domanda sulla quale riflettere è però identica a quella che ogni imprenditore si pone quando deve decidere un investimento. Quale ritorno avrò dalla scelta che sto assumendo? Mi pare che questo debba essere il quesito che ogni operatore si pone quando compie una scelta che riguarda la sua impresa, piccola o grande che sia.
Ebbene il timore di molti è che anche dopo una settimana di protesta, ove questa avesse il successo auspicato, in questa situazione, non si riuscirebbe ad ottenere alcun risultato concreto ed immediato in grado di produrre positività. Al massimo si potrebbe avere un protocollo di intesa con impegni generici futuri ma senza alcun atto immediatamente esecutivo.
Bisogna allora convenire che siamo di fronte ad una protesta fine a sé stessa. Il che potrebbe anche servire soprattutto nei confronti di una certa committenza che per l’arroganza e comportamenti si meriterebbe solo quello. La domanda tuttavia non può che essere relativa alla convenienza di una simile azione in un periodo nel quale, si registra un incremento delle attività, (solitamente nel mese di giugno si registra una ripresa).
Non vogliamo entrare in analisi più ampie ma qualcuno si sta ponendo il quesito se lo Stato possa ancora consentire il perpetrarsi di eventuali azioni coercitive delle libertà senza assumere iniziative molto determinate nei confronti di coloro che le attuassero. Altri si domandano se un blocco non rischi gettare il Paese nel caos più totale (l’esempio della Grecia non può essere sottovalutato da ogni realtà responsabile). Interrogativi sui quali occorre riflettere.
Le dichiarazioni rilasciate da un rappresentante del Governo alla Camera, alle quali è stata fornita una pronta replica, lasciano trasparire una evidente volontà ad intervenire.
Noi crediamo che mostrare i muscoli non serva, soprattutto se i tempi sulle soluzioni promesse si dovessero dilatare ulteriormente. Non si può pensare che siccome le risorse sono state stanziate i problemi per le imprese siano risolti. Se non vengono rese spendibili la misura non viene recepita come attuata e quindi le reazioni possono anche trovare giustificazioni.
Sul tema dell’impatto sociale che la situazione di difficoltà può produrre è intervenuto anche il Ministro Corrado Passera che ha parlato di “rischio per la tenuta sociale”.
Non possiamo che convenire su una reale preoccupazione e per questo ci permettiamo di suggerire al Ministro di voler considerare, con grande senso di responsabilità, l’opportunità di aprire una fase di confronto con tutte le federazioni rappresentative. Non si perde certo di autorevolezza se si percorre la strada dell’ascolto. Paventare rischi sociali senza dare una dimostrazione concreta di voler capire le ragioni non risolve nulla. Con il fermo si perde tutti; è il confronto che toglie gli alibi, che evita le incomprensioni e soprattutto fa chiarezza. E’ il Governo in prima persona che deve comunicare come intende intervenire nel settore sulla spending review, come ha operato sulle altre questioni, e soprattutto quale reale possibilità di risposta possono avere le aspettative che si stanno innescando. Non possono essere lasciate senza risposte affermazioni vuote e non rispondenti alla realtà. Ma un conto è la parola di un rappresentante dell’Esecutivo; altro quello proveniente da rappresentanti dalle federazioni.
Sostenere che per i controlli e le sanzioni alla committenza sul rispetto dei costi minimi vi sia solo “un decreto interministeriale secretato” quando il testo è visibile sul sito del Ministero è fuorviante. Così come riproporre nuove normative sui tempi di pagamento, o sui costi incomprimibili della sicurezza o sulle sanzioni al Cds. Le ipotesi irrealistiche vanno smontate da persone autorevoli.
Tacere che sul divieto di circolazione si recupereranno 5 o 6 giorni, non è ininfluente; altrettanto sminuire le modifiche sulla responsabilità oggettiva delle imprese in caso di violazioni dei tempi di guida e di riposo. Non si può sottacere sull’intervento del Ministro in sede comunitaria che sta portando allo sblocco delle risorse per l’ecobonus. Non possiamo dimenticare che le decisioni europee seguono procedure comunitarie. Ecco spiegata la dilatazione dei tempi, rispetto alle intese. Ma queste informazioni vanno messe a disposizione degli operatori. Noi comunque chiederemo che la questione ecobonus non si esaurisca con lo sblocco delle risorse ma che il Governo si impegni a sostenere che tale misura debba permanere nel tempo.
Sostenere, dunque, che i problemi della categoria possano risolversi con una azione di fermo non è realistico. La capacità di una rappresentanza sindacale non sta nel chiamare allo sciopero i propri aderenti ogni tre mesi ma contrattare, discutere, spiegare, al fine di ottenere i risultati. Questo mette in tutta evidenza quanto utile potrebbe essere la funzione della Consulta, se le venisse consentito di svolgere anche questo ruolo che era alla base delle ragioni per le quali era stata costituta.
Giusto per fornire un quadro riepilogativo riportiamo quanto risulta da atti parlamentari relativo alle risposte che il sottosegretario Improta ha fornito alla Commissione trasporti mercoledì 9 maggio.
Da contatti avvenuti nei giorni scorsi sono state fornite ulteriori conferme sulla avvenuta messa a disposizione sui capitoli di spesa del Ministero competente delle somme previste. Pertanto, entro i primi giorni del prossimo mese, dovrebbero iniziare i pagamenti.

LA NOSTRA INIZIATIVA

La complessità della situazione richiede che si apra una consultazione capillare in ogni realtà territoriale con gli operatori presenti. Per far questo chiederò la disponibilità e l’impegno di tutta la Presidenza a partecipare alla fase di ascolto onde rendere edotti gli operatori su come stiano realmente i fatti.
Una cosa è assodata senza le certezze necessarie noi valuteremo, insieme alle altre federazioni, le iniziative adeguate per non lasciare le imprese senza indicazioni nel caso l’azione di fermo proclamata si attui, non escludendo alcuna ipotesi. Se le imprese vorranno sospendere i servizi di trasporto lo facciano tenendo in azienda gli automezzi ma non bloccando chi intende invece operare.
Invitiamo a voler valutare come alcune richieste siano impossibili a realizzarsi, se non addirittura peggiorative per le singole imprese. (La richiesta di poter scaricare l’Iva in fattura è utopia; come pensare che lo sconto sui pedaggi autostradali ai caselli senza vincoli di fatturato possano essere di utilità per le imprese. O il Governo moltiplica mille volte le disponibilità finanziarie, (oggi sono 130 milioni di euro c.a.), dovendo essere riconosciute, anche ai vettori esteri che compiono un viaggio, o saranno pochi centesimi le riduzioni che verranno riconosciute, sempre che la Commissione, anche questo va detto, constatando il superamento del requisito fondamentale per il quale la misura è stata autorizzata nel 2005, non lo consideri un aiuto incompatibile, e quindi lo annulli. Mi sono limitato a due esempi ma credo siano sufficienti a far riflettere tutti su come non sia sufficiente richiedere al Governo provvedimenti senza illustrare le conseguenze. Confrontiamoci per chiare dubbi reciproci, soprattutto anche da parte di coloro che sono i promotori dell’eventuale nuovo fermo.
Meglio sarebbe favorire una azione unitaria su temi condivisi e possibili qualora il Governo dovesse continuare a non voler aprire un confronto diretto con la categoria che generare caos che non porta a nulla. A cosa è servito il fermo di gennaio? A doverne proclamare un altro.
Determinare divisioni in momenti come quelli che viviamo sarebbe colpevole e non darebbe alcun aiuto concreto ai nostri operatori.

RAPPORTI ASSOCIATIVI

Credo che convenga svolgere, a proposito dei rapporti associativi che devono mirare a tutelare al meglio la nostra gente, una riflessione che sottopongo a tutti coloro che ci leggono.
Si ad un confronto serio sulla base della realtà. Abbiamo più volte nelle comunicazioni settimanali evidenziata la necessità che nei momenti difficili, (quando la casa brucia non si può perdere tempo a disquisire sul perché si è innescato l’incendio ma è necessario che tutti concorrano a portare i secchi d’acqua) ognuno metta da parte le proprie convinzioni e operi per individuare le possibili soluzioni.
Oggi indubbiamente le imprese del trasporto e più in generale l’economia soffrono. Non per tutti è così; abbiamo letto analisi nelle quali si sostiene che il fatturato sia addirittura incrementato.
Non c’è dubbio per chi utilizza la vezione, soprattutto quella che proviene dall’estero, e considera il corrispettivo da riconoscere all’autotrasportatore una variabile indipendente rispetto ai costi reali, che così possa essere.
Quello che è incontestabile è che le imprese di autotrasporto soffrono e noi dobbiamo portare delle soluzioni che con il minimo sforzo producano il maggior risultato possibile.
Trovare delle soluzioni concrete non è semplice. Le disposizioni comunitarie riducono sempre più gli spazi di manovra ai governi nazionali e le differenze operative, che riguardano tutti, (nessuno credo può nascondersi dietro a un dito) inducono alla ricerca dei margini nei confronti soprattutto di chi si muove su strada e che sopporta i costi incomprimibili. Quella che è in atto è dunque una “guerra tra poveri” che si scarica in termini di sicurezza su soggetti terzi.
Noi riteniamo, per queste ragioni, che la soluzione dei costi incomprimibili della sicurezza sia una soluzione adeguata e le conferme ci giungono dalle risultanze delle sentenze che fino ad oggi hanno riconosciuto le ragioni degli autotrasportatori. Dobbiamo rafforzare, caso mai le norme, e garantirne l’applicazione. Metterle in contestazione significherebbe ricreare spazi per coloro che vogliono oggi soprattutto con un esecutivo tecnico, avere mani libere e ricominciare a discutere.
Riteniamo invece più utile cercare di far funzionare un sistema per garantire il rispetto delle regole, onde evitare proprio episodi di sfruttamento metodico della categoria e l’aggiramento e violazione delle norme.
Auspico anch’io non vi siano dei dirigenti di associazioni che “tengano delle posizioni” per ragioni di opportunità o di convenienza. Le ragioni, per chi scrive, sono radicate profondamente e traggono fondamento dalla volontà di non voler danneggiare gli operatori sia prospettando soluzioni che non hanno sostenibilità giuridica o economica (siamo in un mercato europeo che tende sempre più alla liberalizzazione) sia evitando di far loro correre il rischio di ritrovarsi, dopo azioni costose, ( non ci scordiamo che anche il fermo è un investimento non solo una protesta), con il nulla in mano.
Nessuno è però convinto di essere sulla strada giusta aprioristicamente. E’ dal ragionamento che le soluzioni possono emergere. Solo i paracarri non si muovono. La pratica del confronto è la strada da perseguire, purchè vi sia alla base il rispetto di tutte le opinioni e il confronto si verifichi con tutte le necessarie cautele per tutti. La Fai la pensa così.

CASO SISTRI

Su Repubblica oggi e domenica sera nella trasmissione su Rai 3 Report viene trattato ancora una volta il caso Sistri. Nessuno credo voglia disconoscere le battaglie condotte e soprattutto da chi sono state attuate. Il pagamento a carico delle imprese è stato rinviato a novembre. Ora si può certamente sostenere che il caso Sistri non sia stato risolto ma non si può negare che il costo che doveva essere sostenuto entro maggio è stato rinviato. Questo è il modo di ragionare oggi, vista la situazione nella quale si trova il Paese. Negare che l’Esecutivo non sia in qualche modo intervenuto e riconosciuto le ragioni della categoria sarebbe distorcere la realtà. Noi non vogliamo che anche per gli altri aspetti questo possa avvenire. Per questo chiediamo a noi stessi ma anche a tutti di riflettere.

ATTIVITA’ DELLA FEDERAZIONE

In settimana si è tenuta la riunione presso il Ministero per il calendario dei divieti di circolazione, come sopraccennato dalla quale sembra emergere una soluzione che consenta un recupero di alcune giornate, e questo produce un recupero di competitività, anche se modesto; si è svolto il convegno a Orbassano sul supporto che l’informazione può fornire alle attività di trasporto; sono proseguite le iniziative per l’organizzazione del convegno di mercoledì 16 maggio per il quale si rende opportuna la maggior adesione possibile; infine la riunione del Cnel che ha rimesso in moto la Consulta della sicurezza stradale.
Rammento a tutti che la consueta rubrica Ruote d’Italia viene pubblicata non più alla domenica, e non più su Libero bensì al lunedì sul quotidiano Il Giornale. Sostenere l’iniziativa può rafforzare il nostro settore e le nostre ragioni.

A presto

Paolo Uggè