IMPORTANTI COMUNICAZIONI DAL PRESIDENTE

Comunicato Stampa UNATRAS
7 Dicembre 2011
UNATRAS
12 Dicembre 2011

Si riportano di seguito le principali questioni che si stanno determinando nel settore, anche a seguito dell’approvazione della manovra economica decisa dal nuovo Governo.

CATEGORIA E GOVERNO

Non sembrano positive (questo è un eufemismo ovviamente) le decisioni del Governo che nella manovra appena decisa ha voluto occuparsi anche dell’autotrasporto.
I momenti non sono dei più facili e, come già detto, nessuno della nostra dirigenza, né tanto meno dei nostri operatori, è malato di autolesionismo. La situazione sta tuttavia degenerando alla luce di alcune decisioni che dimostrano quanta improvvisazione e contraddizioni evidenti vi siano nelle decisioni assunte nei confronti del nostro settore. Nessuno rifiuta il confronto su eventuali sacrifici e questo lo abbiamo anche comunicato. La risposta tuttavia è stata il silenzio e le decisioni unilaterali.
Questo non può essere accettato. Siamo in uno Stato di diritto e democratico dove esiste il principio basilare del confronto con le parti sociali; dell’Esecutivo che decide; delle forze sociali che hanno il pieno e sacrosanto diritto, laddove lo ritengano necessario, di tutelare i propri diritti, attraverso le forme ritenute più consone.
Alcuni principi tuttavia non possono essere messi in discussione, anche perché sono riaffermati in precisi orientamenti comunitari. Tra questi le ragioni della concorrenza, che non può mai prevalere ma deve sempre essere rispettosa dei diritti dell’Uomo. La sicurezza sociale e della circolazione è in modo inequivocabile uno di questi.
Ci limitiamo a commentare alcune delle decisioni assunte dal Governo che toccano il nostro settore. Questo non significa che le questione delle pensioni, (i lavoratori autonomi subiranno anche degli incrementi) le scelte sulla tracciabilità, sull’Iva, sul credito, non riguardino anche i nostri operatori.

QUESTIONE COMPETITIVITA’

E noto che per aumentare la competitività, attraverso protocolli di intesa con i precedenti esecutivi (a proposito uno dei punti cardini della convivenza civile prevede che gli esecutivi non mettano mai in discussione le intese dei precedenti, invece il governo Monti lo fa), sono state concordate misure che producono riduzioni del costo del lavoro e dei costi che penalizzano i nostri imprenditori rispetto a quelli esteri.
Tra le decisioni assunte si evidenzia:
a) riduzione Inail: da una ricognizione sulle voci di bilancio dello Stato per gli anni futuri non compaiono più 42 milioni strutturali per la riduzione di tale voce; così il costo del lavoro aumenta;
b) prezzo del gasolio: il forte incremento ed il fatto di consentirne il recupero solo annualmente e non, come concordato con l’ex sottosegretario Giachino ogni mese, produce un aggravio finanziario insostenibile;
c) l’aumento dei giorni di divieto di circolazione dei mezzi pesanti, preteso per ragioni di sicurezza dai consumatori dai rappresentanti del Governo, in nome del principio che la sicurezza va anteposta alle questioni dell’economia; produce costi in nome di un principio che dovrebbe valere sempre;
d) la messa in discussione da parte dell’Antitrust dell’impianto sui costi minimi della sicurezza; ma in questo caso prevale, per l’Autorità, non il valore della sicurezza ma la concorrenza del mercato. Il parere e la lettera inviata alle Camere sono riportati in allegato.
La competitività delle imprese dunque diminuirà. Si riducono le giornate lavorative; i costi per ogni giornata incrementano; quindi si produce un aumento del costo del lavoro.
In compenso le imprese rischiano di non avere i riferimenti sui costi minimi che consentono loro di avere elementi da utilizzare nei confronti con i loro committenti, quando liberamente definiscono i corrispettivi del trasporto.

SICUREZZA, PROFESSIONALITA’ E MERCATO

Anche se è stato emanato un decreto sull’entrata in vigore delle norme regolamentari per l’accesso alla professione, il Regolamento comunitario è entrato in vigore. Scopo del provvedimento era di fornire un atto di indirizzo, onde evitare una situazione di confusione interpretativa delle norme. Come da intesa con il precedente Governo nel testo inviato alla Presidenza del Consiglio era stato inserito l’articolo che riprendeva l’accordo raggiunto e che aveva lo scopo di garantire ai cittadini che sulle strade circolassero alla guida di autoveicoli aventi portata superiore ai 15 quintali, dei conducenti che avevano la professionalità necessaria oltre alla capacità finanziaria. Una scelta a favore della sicurezza che avrebbe evitato il determinarsi di una situazione nella quale operatori autonomi, ma anche lavoratori dipendenti, potessero essere sfruttati. Per dare certezza giuridica è necessaria una norma di legge alla quale il Governo si è opposto.
Anche questa intesa è stata sconfessata, in nome delle regole della liberalizzazione e del mercato, dal nuovo Esecutivo.
A questo punto una constatazione. Il nuovo Governo sembra di voler scegliere di dare prevalenza, come sostiene nel suo parere l’antitrust, alle ragioni del mercato su quelle della sicurezza sociale e della circolazione. Una scelta paradossale (ma queste appartengono alle decisioni politiche) che non dovrebbe essere consentita ad un Esecutivo tecnico. E noi non intendiamo tacere.
La sicurezza è un bene indiscutibile. Tanto vero che il programma presentato dal Preside Monti è basato su tre, fondamentali principi: equità,sviluppo, rigore.
Formulo queste sottolineature perché spero che ci si renda conto di quanto le scelte siano in modo del tutto evidente contraddittorie tra loro.
Per i divieti di circolazione si fa prevalere, anche se è tutta da dimostrare, la sicurezza dei cittadini; per le regole di accesso alla professione e per i costi della sicurezza il mercato più esasperato.
Si annunciano norme per lo sviluppo e poi si interviene pesantemente sul costo del lavoro (taglio Inail) e sulle voci di costo (aumento gasolio e diminuzione delle giornate di lavoro). Un esempio di coerenza e indipendenza molto discutibile
Attendiamo, speriamo non invano, che anche le forze sindacali che tutelano i lavoratori prendano posizione sulla questione sicurezza che certamente riguarda anche il mondo da loro rappresentato. In caso contrario vi è già chi chiede di mettere in discussione l’impianto contrattuale.

ATTIVITA’ SETTIMANALI

Come già accennato si è tenuta la riunione per il calendario dei divieti di circolazione, relativi al prossimo anno e si è lavorato per la predisposizione degli emendamenti che, a nome di tutte le realtà associate presenti, verrà presentata da Confcommercio alle forze parlamentari.
L’Unatras ha preso posizione sulle decisioni del Governo con un comunicato, ha chiesto al nuovo Esecutivo un incontro urgente, ed ha deciso altresì di convocare i propri organismi per assumere ogni decisione utile a tutelare la categoria. Anche Conftrasporto riunirà i propri nella giornata del 16 dicembre a Milano.La riunione dell’esecutivo sarà preceduta da una Presidenza Fai.
Nel frattempo invitiamo tutti i dirigenti a sospendere qualsiasi incontro relativo alla ricerca di intese con i rappresentanti della committenza.
Tale decisione si rende obbligatoria dopo il parere espresso dall’Antitrust che ha fornito risposte, sulle quali forniremo rilievi di natura legale, anche perché le argomentazioni toccano aspetti non pertinenti a tale organismo. Li riassumiamo nuovamente:
Le scelte di natura etica che fanno prevalere le ragioni economiche e del mercato sull’uomo appartengono alla politica. La concorrenza è un riferimento economico importante ma non può mai subornare i diritti dell’individuo; a questi appartiene la sicurezza.
Questo compito spetta ad un Governo che sia espressione del popolo e non frutto di nomine effettuate allo scopo di dare risposte a questioni inerenti strettamente alla crisi economia.
Regole sull’accesso alla professione; costi della sicurezza non producono effetti sull’economia, (vi invito a tale proposito a leggere domenica la rubrica su Libero sui “brillanti risultati” che le liberalizzazioni hanno prodotto) incidono, invece, sulla sicurezza degli operatori e di tutti i cittadini italiani.
Speriamo che questo sia compreso, anche perché risulterebbero evidentemente falsi i richiami al rispetto delle regole e gli impegni, quando si verificano incidenti nelle città e sulle strade come quelli occorsi in questi giorni, se si vanificassero le norme sulla sicurezza.
Questi concetti sono ripetuti anche nei sermoni domenicali che coloro che si recano a Messa dovrebbero ascoltare. Noi confidiamo che questi messaggi tocchino anche chi, lo leggiamo sui quotidiani e lo vediamo dalle fotografie e dai servizi televisivi, assiste con consuetudine alle funzioni domenicali
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A presto.

Paolo Uggè