La Settimana Sindacale Confederaledal 29 SETTEMBRE al 03 OTTOBRE 2014

SPE14311 – Trasporti eccezionali. Modifica al disciplinare scorte tecniche.
3 Ottobre 2014
INT14312 – Trasporti Internazionali. Termine del 31 ottobre 2014 per il rinnovo e la graduatoria delle autorizzazioni multilaterali CEMT 2015.
6 Ottobre 2014

In sintesi le news della settimana.

SITUAZIONE GENERALE

Nessun segnale è giunto dal Ministro dei Trasporti su come intenda affrontare le questioni aperte dell’autotrasporto.
Nessuna iniziativa neppure rispetto alla chiarezza che deve essere data alle imprese sui costi minimi che subiscono così le conseguenze che si stanno determinando dopo la sentenza. Le tabelle non sono state cancellate dal sito del Ministero, come sostiene qualcuno, ma solo non aggiornate. Il motivo deriva dall’intesa intercorsa su una fase di stallo fino al prossimo incontro con il Ministro.
Vorrei far sapere per correttezza al Ministro che essendovi una legge in vigore il rischio vero, che corre e fa correre ai suoi collaboratori, non è una poco probabile richiesta di risarcimento, come il presidente di una confederazione della committenza ha minacciato di chiedere qualora fossero pubblicati i costi con i relativi aggiornamenti, ma la denuncia per omissione di atti d’ufficio che ogni operatore che si senta danneggiato, potrebbe presentare. Dovrebbe essere noto anche all’ufficio legislativo del Ministero che le leggi vanno applicate, fino a quando sono in vigore. Nel caso di specie il pronunciamento della Corte non ha fornito quelle certezze, a differenza di quanto sostiene qualcuno (i commenti dei legali sono contrastanti e tutti dovrebbero avere la correttezza di riconoscere che tutti i pareri, oggi, hanno lo stesso peso. Se dovessimo infatti analizzare e fare un raffronto tra i pareri favorevoli sul mantenimento in essere delle norme, questi sarebbero superiori di quelli contrari). Si deve tener conto anche che il parere della Corte deve essere portato al Tar ed eventualmente al Consiglio di Stato. Vi sarà anche la Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi in materia e non è escluso che l’interpretazione possa essere favorevole alla tesi che la dichiarazione di  non compatibilità riguardi solo le delibere dell’Osservatorio. Chi sostiene che i costi non esistono più compie dunque una forzatura. 
Al di là di tutto trovo poco rispettoso della categoria l’atteggiamento pilatesco ed il silenzio del Ministro. Così si creano, in un momento già difficile, incertezze per le imprese.
Prenda coraggio  il titolare del dicastero e dia la soluzione che è a portata di mano e che solo un cieco non  riesce a vedere. Legga cosa pensa di Lui la categoria su Stradafacendo (blog TGcom).

Intanto la Conftrasporto, insieme a Confartigianato Trasporti e Casaartigiani ha dato l’avvio della fase di informazione della  categoria. Le nostre assemblee sono aperte a tutti gli operatori, nessuno escluso. Quello che ci proponiamo di fare è ragguagliare gli operatori e raccogliere le loro opinioni ed umori.
Le questioni sono note e vanno dalla riduzione della compensazione dell’accisa, all’aumento di due centesimi ulteriori al litro; alla riduzione dei trasferimenti delle risorse al settore, (oggi sono 58 mil. ma potrebbero esservi altri tagli), alla mancata  attuazione degli impegni contenuti nel protocollo di intesa come le norme sul controllo del cabotaggio, sull’Albo, sulla riduzione dei giorni di divieto della circolazione, sul pagamento del contributo al Sistri, etc.

Qualche interprete dei nostri pensieri ci accusa di essere dei fomentatori a comando. Ma noi, a differenza di altri, le indicazioni le riceviamo dagli operatori, li riportiamo negli organismi ed insieme decidiamo come meglio tutelare la categoria.
Chi la pensa diversamente, se ritiene, può partecipare ai confronti e dire la propria opinione. Noi rispettiamo le idee di tutti e non utilizziamo certo metodi fondati sulla menzogna e sulla fantasia per denigrare altri.
In settimana si è tenuto un importante convegno “Merci in treno” al quale ha partecipato Pasquale Russo non avendo io all’ultimo momento potuto presenziare. La linea tendente a rafforzare l’integrazione tra le modalità di trasporto è stata ribadita con determinazione dal segretario, purché in un’ottica che non preveda penalizzazioni per il trasporto su gomma.

Il Centro studi confederale ha completato l’elaborazione del documento relativo al calcolo dei danni che lo Stato subirebbe, qualora non  fosse modificata la decisione di tagliare la compensazione per l’accisa. In termini di minori entrate e,  nella migliore delle ipotesi, la riduzione ammonterebbe a 1 Mld e 262 milioni di euro. I danni saranno dunque per lo Stato (le imprese che potranno rifornirsi all’estero lo faranno e quindi mentre si recupera il 15% di 1Mld e 700 milioni, tanto costerebbe la  compensazione, si perde l’intera accisa) Ma anche sui consumi interni. Ci sembra paradossale che non si tenga conto che l’incremento, se  restasse, andrà ad impattare sul prezzo del trasporto.

Anche sul Sistri si è registrata una dichiarazione del Ministro Galletti alla quale ho prontamente risposto, chiedendo venga sospeso l’obbligo per i trasportatori di versare la quota. Ancora una volta mentre altri fanno le polemiche, noi agiamo.

GLI SMEMORATI

Ve ne sono in circolazione e sono sempre più determinati a dimenticarsi di quanto avvenuto nel passato, tanto da non avere la coerenza di difenderne le scelte. E’ pur vero che, come diceva il Manzoni il coraggio se uno non lo ha non se lo può procurare, e che solo i paracarri stanno fermi, (questo lo dico io), ma qui assistiamo anche al tentativo di cambiare le carte in tavola riscrivendo i fatti avvenuti. Proprio come nel libro 1984 di Orwell.
Ricostruirò ancora una volta quanto verificatosi diffidando chiunque a voler, d’ora in poi, attribuire alla federazione o al sottoscritto posizioni diverse da quanto mi accingo a scrivere. Non le accetterò ma le denuncerò, anche se non perderò tempo a smentire ricostruzioni effettuate estrapolando frasi da un contesto più ampio.

Da tempo un “Furbo Parolaio Libero Demagogo” che si diletta ad immaginare complotti o trame, degne di un cine panettone natalizio, ricostruisce e collega fatti e persone, a modo suo, esprimendo pareri su quanto avviene nel nostro mondo. Capisco che non tutti sanno distinguere i legami di amicizia da altri ma qui si sfiora il ridicolo. Secondo il nostro legale, che mi ha suggerito di agire in sede giudiziaria, vi potrebbero essere gli elementi per una azione. Io non la farò perchè sarebbe dare importanza a chi cerca l’alibi per presentarsi come vittima di quelli che definisce “poteri forti”.
Questo personaggio sforna settimanalmente articoli nei quali mette tutto il livore del quale è capace illudendosi di raggiungere gli obiettivi prefissati. E’ un gioco vecchio come il mondo. Lui “crea”, Gaber diceva così, “come andare al cesso”. Dovrebbe farsene una ragione; oggi la gente è in grado di pensare ed ancor più di giudicare con la propria testa.

Tornando agli smemorati che sono quelli che provano a cancellare quanto sostenuto nel passato per cercare di risolvere i problemi del settore. Ecco i fatti.

Nel 2005 venne approvata in Parlamento la riforma che introduceva il principio delle responsabilità condivisa tra tutti i soggetti che concorrono ad effettuare una prestazione di trasporto, qualora non vengano rispettate le regole sulla sicurezza sociale e della circolazione. Tali normative, concordate da tutte le parti interessate, sono proprio quelle che nella recente sentenza della Corte sono state, in modo chiaro, definite compatibili con i principi comunitari.
I cambiamenti vennero accettati senza tensioni nelle parti anche perchè non furono altro che il trasferimento dei contenuti di un protocollo di intesa, sottoscritto all’inizio degli anni duemila alla presidenza del Consiglio. In quel testo si prevedeva già il superamento del sistema delle tariffe di legge obbligatorie, valide solo per gli operatori nazionali, e si scelse di individuare normative più in linea con i principi comunitari che, sia detto per chi non ne è al corrente, escludono gli accordi di settore, perché rientrano nella fattispecie dei patti di cartello, in quanto concordati tra le parti.

Dal 2006 al 2008 il Ministro, in carica, decise di depotenziare quella riforma, con il tacito consenso delle stesse associazioni che l’avevano promossa. Le federazioni dell’artigianato, tuttavia, posero con il fermo del 2007 la richiesta di introdurre delle tariffe antidumping che vennero concesse in un incontro notturno con le loro confederazioni (alla faccia dell’autonomia) dall’allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Enrico Letta.
Finita la legislatura al nuovo Governo venne riproposta la questione in una vertenza e. questo portò ai costi minimi.
Non tutte le federazioni condivisero quell’impostazione soprattutto le modifiche che in successive trattative vennero introdotte (il motivo era legato alle evidenti incoerenze presenti nelle disposizioni concordate). All’interno dell’Unatras su esplicita richiesta della federazioni del mondo artigiano, si  trovò tuttavia un’intesa complessiva sui vari temi oggetto delle trattative con l’Esecutivo. Anche chi nutriva forti dubbi sui rischi che le norme così costruite avrebbero potuto essere considerate non compatibili, si impegnò a sostenerle nel migliore dei modi.
Purtroppo vi è chi considera la parola data la dimostrazione di affidabilità e chi invece la disconosce autonomamente, scordandosi di quanto aveva sostenuto.
 
Questo modo di comportarsi non ci appartiene. Se riteniamo di dover modificare impegni ci confrontiamo con le parti coinvolte.
E’ dunque chi ora tenta la meschina operazione di far dimenticare questi fatti (se qualcuno è in grado di smentirli lo faccia) cercando di addossare la responsabilità ed il fallimento ad una sola federazione (la Fai) che si comporta da “baro” o è ignorante sui fatti.
Chi gestisce l’informazione dovrebbe effettuare ricerche più approfondite e non utilizzare la fantasia.

PAROLE IN LIBERTA’

In un comunicato diffuso in settimana dalla presidente Fita si è cercato di mettere in relazione la decisioni del presidente del Consiglio con le iniziative sindacali, decise insieme ad altre federazioni, allo scopo di informare sulla situazione in essere gli operatori. Il ragionamento ci pare abbastanza contorto. Il fermo della categoria non è stato proclamato e se lo sarà, dipenderà da quanto emergerà nelle prossime settimane. Personalmente mi batterò per ottenere i risultati per le imprese e non per fare il fermo.
Ho già detto prima che le assemblee non saranno a porte chiuse. Quindi chi vuol partecipare, è benvenuto noi saremo lieti di confrontarci.
Troviamo dannoso invece la mancata comprensione di quanto affermato dalla Corte dei Conti che non mette in dubbio tutte le misure adottate ma ne evidenzia però alcune non coerenti con quella che è la consuetudine che impone la preventiva autorizzazione dagli organismi comunitari.
Di questo ci si dovrebbe  in modo rapido preoccupare, piuttosto che fare voli con la fantasia.
Anche la nuova proposta sui pedaggi (così si ammette di aver sostenuto una bischerata fino ad oggi) che richiede sconti commerciali va approfondita. Chi non è d’accordo ad aggiungere anche sconti di natura commerciale? Ciò che ci sembra sbagliato è buttare via il certo autorizzato che consente, con il sistema adottato, anche alle piccole imprese di ottenere il massimo degli sconti, grazie al principio solidaristico che la cooperazione consente. Non creda la presidente che gli sconti commerciali non si applicherebbero a tutti (c/proprio incluso). Le concessioni, per inciso sono dello Stato.
Quello che trovo poco utile è non rendersi conto di indebolire gli operatori con certe uscite. Quando una casa brucia tutti concorrono a spegnere il fuoco. Non si buttano latte di benzina.
Ergersi a unico possessore della verità assoluta è un errore che rischiano di pagare in tanti. Evitiamo invece che siano gli operatori a pagare le conseguenze dei colpevoli silenzi del Ministro e sui costi della sicurezza, che comunque erano un riferimento certo che aiutava, troviamo la via d’uscita.
La soluzione è in modo evidente contenuta nella sentenza che dice quanto sia compatibile. Si parta da lì per costruire il nuovo sistema.
Attenzione a diffondere vento perché si raccoglie solo tempesta che finisce per abbattersi sui più deboli che sono i nostri rappresentati.

ATTIVITA’ FEDERAZIONE

Sistri la Fai/Conftrasporto chiede la sospensione dei versamenti

Ancora una volta, mentre altri tacciono, la Fai/Conftrasporto ha preso lo spunto dalle dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Galletti, che ha definito il Sistri un sistema vecchio ed obsoleto, ed ha chiesto con un comunicato stampa (pubblicato anche su stradafacendo) la sospensione immediata del versamento del contributo. Se il sistema è obsoleto, evitiamo che delle imprese paghino un costo inutile. Questo il senso della dichiarazione, da me, rilasciata.

Partono le prime assemblee

Veneto con il vice presidente vicario Gianni Satini e Perugia, presente il segretario Generale Russo  sono le prime assemblee tenute in settimana. Decise le prese di posizione degli operatori che non intendono subire passivamente la situazione che si sta determinando. Soluzione sui costi minimi, recupero totale accisa, ridefinizione delle risorse, (pur con disponibilità sulle quantità) funzionalità dell’Albo per il rispetto delle regole, sono i punti essenziali sui quali i nostri operatori si attendono soluzioni e risposte. Sabato 11 a Monza si terrà la prossima assemblea.

Indagine confederale su legalità

E’ partita l’indagine Confcommercio sulla legalità con l’invio di questionari alle imprese. E’ una iniziativa importante che coinvolge anche sei mila imprese di autotrasporto.
Le risultanze  consentiranno di indirizzare ancora meglio le richieste di tutela delle garanzie e rispetto delle regole che la Confederazione presenterà in una prossima occasione pubblica. Si può anche rispondere utilizzando il sito confederale.

In settimana assemblea Cnel, incontri del comitato Albo ed incontri informali con consiglieri della Corte dei Conti per comprendere i contenuti della relazione.

Alla prossima.

Paolo Uggè