La Settimana Sindacale Confederaledal 01 al 05 SETTEMBRE 2014

COSTI MINIMI DI ESERCIZIO
4 Settembre 2014
INP14280 – Inps. Nuovo modello di dichiarazione da utilizzare per fruire degli aiuti “de minimis” erogati dall’Istituto.
8 Settembre 2014

In sintesi le principali notizie della settimana.

SITUAZIONE GENERALE

Il mese trascorso sarà certamente uno spartiacque importante per il mondo dell’autotrasporto.

È stata resa pubblica la relazione della Corte dei Conti relativa ai trasferimenti ed alla gestione delle risorse trasferite al settore; è stata seguita dal Vicepresidente Vicario Satini la questione relativa alle problematiche riguardanti le imprese che operano con l’ILVA ed infine, in settimana, è stato reso noto il pronunciamento da parte della Corte di Giustizia Europea sulla compatibilità dei costi minimi della sicurezza con la normativa comunitaria, così come definiti dall’Osservatorio della Consulta Generale dell’autotrasporto e della logistica.

Tre temi che rischiano di divenire dirompenti per molte delle nostre imprese. In discussione, infatti, c’è il sistema che determina il rispetto della sicurezza sociale e della circolazione, il mantenimento dei trasferimenti da parte dello Stato al settore, nella ormai prossima legge di stabilità, e la possibilità che le aziende che operano con l’ILVA possano mantenere in essere i servizi del trasporto.

Una situazione difficile che andrebbe affrontata, ormai questo richiamo è divenuto consueto, con compattezza della categoria che deve comprendere innanzitutto quello che si potrà determinare nei prossimi mesi.

In sintesi:

Se le imprese che operano con l’ILVA non riceveranno le garanzie adeguate è prevedibile che cesseranno di effettuare i servizi di trasporto; se si darà spazio, come qualche organizzazione irresponsabilmente ha deciso di fare, all’interpretazione negativa data dal Fatto Quotidiano alla relazione della Corte dei Conti, evitando invece di evidenziare ciò che aiuta a comprendere la difficile situazione che vive il  mondo dell’autotrasporto; e se, infine, da parte del Ministero non vi sarà un’azione decisa per superare l’inspiegabile fase di stallo sugli impegni assunti (nomina del presidente dell’Albo e rilancio della sua attività, modifiche delle norme per i controlli sul cabotaggio, messa a disposizione delle risorse destinate al settore, ecc.), le organizzazioni dell’autotrasporto non potranno che prenderne atto e decidere quali iniziative assumere.

NEL MERITO DELLA RELAZIONE DELLA CORTE DEI CONTI

Appare molto evidente che l’analisi compiuta mette in luce come il settore non sia riuscito a crescere senza superare il grave stato di difficoltà in cui versa. Sono da condividere le riflessioni circa i tempi troppo lunghi per la spendibilità delle risorse e l’incidenza di questi sui costi di esercizio.

Gli estensori del parere tuttavia sembrano dimenticare che i due interventi più significativi, quantitativamente parlando, (compensazione accisa e riduzioni compensate sui pedaggi autostradali) sono interventi realizzati in applicazione di disposizioni comunitarie.

Evidenziamo, ancora, che non è certo responsabilità delle imprese di autotrasporto se la reale corresponsione delle risorse avviene in tempi lunghi. Ci diano i soldi subito!!

Così come non riteniamo sia la Corte a dover intervenire su valutazioni di natura politica che non le appartengono. Ci riferiamo alle osservazioni su altre misure relative al costo del lavoro. Se i Governi hanno deciso iniziative per evitare che le imprese di autotrasporto italiane perdessero competitività a vantaggio della concorrenza proveniente da paesi esteri, questa è una scelta politica che appartiene al potere Esecutivo e non certo all’organismo di controllo.
Questo non significa che non si possano ridiscutere gli interventi in atto, così come corre l’obbligo evidenziare (aspetto questo del tutto trascurato nell’articolo apparso sul quotidiano sopra richiamato) che la stessa Corte non giudica illegittimi o inattuabili gli interventi che il Governo destina all’autotrasporto.

Che a tacere questo aspetto sia un quotidiano noto per la sua avversione politica nei confronti del Governo è un fatto normale. Riteniamo invece dannoso, irresponsabile e inaccettabile che l’articolo venga riproposto sul sito di una federazione di categoria di autotrasporto senza alcun commento.

A PROPOSITO DI COSTI MINIMI

Come abbiamo già pubblicato sul nostro sito, ciò che conta di una Sentenza è la parte dispositiva. Leggendo quanto reso noto dalla Corte di giustizia europea sui costi minimi, si può notare che il dispositivo considera incompatibili con il dettato della normativa comunitaria i costi definiti dall’Osservatorio, organismo tecnico facente parte della Consulta dell’autotrasporto e della logistica.

Chi ha buona memoria dovrebbe ricordare da parte di chi fu richiesta con insistenza la possibilità di realizzare accordi tra le parti e di consentire la determinazione dei costi minimi ad un organismo, costituito non tenendo conto della necessità di garantire la predominanza della parte pubblica.

In quel tempo a nulla valsero i richiami sulla dubbia compatibilità per l’introduzione di certe norme che la Conftrasporto aveva evidenziato. Il risultato è oggi del tutto conseguente.

Questo, tuttavia, non significa che le norme introdotte per garantire sicurezza sulle strade siano state rese inefficaci. Nonostante gli sforzi che alcune realtà stanno compiendo per far passare il messaggio che le norme sui costi minimi siano annullate, i documenti dicono altre cose. E cioè che sono nulli soltanto i costi d’esercizio determinati dalle delibere dell’Osservatorio fino al giugno 2012 (quelli sono l’oggetto della questione pregiudiziale sollevata dal Tar in sede comunitaria), mentre i costi indicati dall’autorità pubblica (dal Ministero dei Trasporti a partire da luglio 2012) sembrerebbero inattaccabili.

La recente sentenza del tribunale di Pavia, che abbiamo pubblicato sul sito nel mese di agosto, fornisce una lettura molto appropriata, a nostro avviso, sugli effetti positivi che le norme sui costi della sicurezza hanno per i cittadini italiani e per gli operatori del trasporto. Ora, saremmo incoscientemente superficiali se non riconoscessimo che la Corte di giustizia nelle sue motivazioni esprime delle perplessità sull’idoneità dei costi minimi a garantire l’obiettivo di una maggior sicurezza sulle strade, così come se non riconoscessimo che altre incongruenze siano disseminate qua e là nel testo della sentenza che precede il dispositivo.

Ribadiamo tuttavia due cose: che ogni stato membro è titolare nell’emanare norme che riguardano aspetti connessi ai temi della sicurezza (norme di ordine pubblico); così come non possiamo che sottolineare il riconoscimento effettuato sulla legge n.32 del 2005 e dei decreti legislativi attuativi, considerati perfettamente in linea con i principi comunitari. E’ mio parere che si debba ripartire da lì, tenendo conto di tutto quanto sopradetto e non dimenticando la funzione sociale che le norme introdotte con l’art.83 bis intendano garantire. Disponibili quindi, come siamo sempre stati, a definire modifiche adeguate a garantire norme di civiltà.

Al Ministro Lupi non dovrebbero sfuggire sia  le considerazioni connesse alla dignità e al valore della vita umana, peraltro recentemente e fortemente rilanciate dall’attuale Pontefice, così come ci auguriamo a Lui non sfuggano le possibili conseguenze di quanto potrebbe innescarsi, anche in forma autonoma, da parte di una categoria che ha dimostrato nel dicembre scorso un grande senso di responsabilità, purtroppo finora non adeguatamente tenute in considerazione.

Lunedì sulla Rubrica Ruote d’Italia tratterò la questione così come, rendo noto sin d’ora, porterò alla valutazione degli organismi della federazione l’opportunità che, di fronte ad una nuova fase, sia la FAI attraverso il suo presidente, a mantenere il coordinamento dell’Unatras. Personalmente riterrei opportuno che sia anticipato di qualche mese il normale avvicendamento che lo statuto dell’organismo già prevede. Ma questo ovviamente, sarà frutto di approfondimenti interni che non possono più essere rinviati, soprattutto alla luce di comportamenti che ritengo non adeguati agli interessi delle imprese del settore.

Nelle prossime giornate avremmo occasione di approfondire meglio le questioni sopra trattate.

Alla prossima

Paolo Uggè