

Di seguito i principali eventi della settimana.
SITUAZIONE GENERALE
Settimana nella quale non si sono registrati passi in avanti nei rapporti con l’Esecutivo. 
La convocazione per il giorno 15 ottobre presso il ministero delle Infrastrutture, spostata al 22, è la novità più evidente. Siamo curiosi di apprendere quali saranno le comunicazioni con le quali il Governo si presenterà all’appuntamento.
I temi non sono mutati e il tempo che passa inesorabile rende sempre più complessa la situazione.
Nell’ultimo incontro, prima della fase estiva, abbiamo con molta chiarezza enunciato quelli che, a nostro avviso, sono i passaggi indispensabili per proseguire in un confronto con la possibilità di trovare soluzioni positive.
Ci attendiamo di conoscere quali chiarimenti il Governo abbia fornito, e se lo abbia fatto, rispetto alle richieste avanzate dalle Autorità comunitarie, sui costi della sicurezza; quali siano le intenzioni dell’Esecutivo rispetto alle risorse da destinare per l’anno 2014 al settore; come concretamente si vogliano affrontare le questioni legate all’entrata in vigore del Sistri;in che modo concretamente si intenda assicurare il rispetto delle regole attraverso i controlli. 
Corre l’obbligo di ricordare come tale aspetto, che riguarda la legalità, la professionalità e la  qualità dei servizi sia condizione essenziale per poter proseguire un confronto costruttivo.
Non possiamo che evidenziare il nostro disappunto per come non siano stati adeguatamente difesi in sede parlamentare alcuni emendamenti che riguardavano la riorganizzazione dell’Albo che scade tra poche settimane e la modifica di alcune procedure riguardanti i controlli.
Senza la certezza di un sistema che garantisca, con modalità certe, il rispetto delle norme sulla sicurezza, sarà improbabile che il confronto produca evoluzioni positive. Un fermo dei servizi è stato programmato e questo non può essere sottovalutato.
Da parte nostra abbiamo mostrato di comprendere le difficoltà e non abbiamo dimostrato chiusure pregiudiziali al confronto, nonostante alcune prese di posizioni non condivise. Il Governo deve però avere la consapevolezza che è giunto il momento per dimostrare cosa intenda fare. La strada per uscire dalle difficoltà, anche se stretta, esiste. 
L’augurio è che si sappiano cogliere le disponibilità.
Quello che ci preoccupa è che non si sia riusciti a fornire le motivazioni adeguate per controbattere le tesi della ragioneria circa i maggiori costi che gli emendamenti presentati avrebbero comportato. Non ci facciamo prendere in giro! I maggiori aumenti sono una invenzione di un disinformato e prevenuto funzionario della ragioneria.
Nel frattempo dobbiamo, ancora una volta, evidenziare l’intervento della nostra Confederazione che ha sostenuto la necessità di inserire nel documento di richieste che Rete Imprese Italia ha presentato ieri al Presidente del Consiglio Enrico Letta le risorse da destinare all’autotrasporto.
Inizialmente il provvedimento predisposto non considerava il nostro settore, e questo non fa che in tutta evidenza confermare quanto già ho avuto modo di sostenere la scorsa settimana sull’interesse nei confronti della nostra realtà da parte di alcune confederazioni. Così come Confindustria anche altre confederazioni, forse perché considerati poco rilevanti rispetto alle altre categorie, non si sono poste il problema che per un paese come il nostro la competitività coinvolge in modo particolare la nostra attività.
Questo dovrebbe far riflettere chi invece di cercare il rafforzamento dell’unità della categoria pensa di operare in solitudine, arrivando a disconoscere il valore dell’unità. Che peso diverso avrebbe il nostro mondo se ripetendo l’esperienza di Rete Imprese Italia le federazioni di settore che appartengono o fanno riferimento a quelle realtà confederali, unitariamente operassero perchè le peculiarità riconducibili all’attività di trasporto rientrino nelle richieste di carattere generale.
Noi facciamo la nostra parte e se rendiamo nota questa situazione, che però non fa altro che il male del settore, è per un doveroso riconoscimento a chi, come la Confcommercio, dimostra di condividere le battaglie a favore del mondo del trasporto.
ANCORA SUL SITRI
Si è tenuta la riunione prevista per affrontare le problematiche legate all’entrata in vigore del Sistri.
Presenti, come sempre, abbiamo potuto ribadire le posizioni di sempre che ad oggi, hanno trovato delle risposte negli emendamenti contenuti nel decreto legge in discussione al Senato. 
Occorre apportare ora tutte le semplificazioni necessarie per il funzionamento del sistema.
Opporsi a priori è, a nostro avviso, un errore. Forse non è stato da tutti ben compreso che il tema è legato ad obbligazioni contrattuali assunte dal ministero con la società che ha realizzato il sistema. 
Per non incorrere in riconoscimenti di penali si dovrà dimostrarne le inefficienze. Per queste ragioni e per evitare strumentalizzazioni come provò a fare la ministro Prestigiacomo nei confronti delle nostre imprese, noi non ci limitiamo a delle dichiarazioni di contrarietà generiche ma ci sforziamo di collaborare per avere maggior forza nel contestare, se al termine del periodo di prova, le carenze non siano state risolte. Nessuno potrà sostenere che siamo stati aprioristicamente contrari. 
Ci rivolgiamo pertanto nuovamente alle imprese a voler segnalare in modo più dettagliato possibile le difficoltà, le complicazioni, i maggiori costi, le carenze funzionali che incontrano. Questo è per noi il modo più razionale per poter tutelare al meglio gli interessi delle imprese. Si illude chi pensa di poter evitare l’introduzione del Sistri con dichiarazioni, o come sta provando a fare qualche realtà confederale, cercando di risolvere le questione solo per chi produce o riceve i rifiuti (anche questo aspetto l’ho descritto la scorsa settimana). Dobbiamo operare tutti insieme non per evitare di essere tracciati ma per ottenere un sistema europeo, non costoso, e funzionale.
QUALCUNO CI VUOLE MALE
Capita a volte che da parte di qualche opinionista prevenuto si cerchi di sostenere tesi che invece di produrre chiarezze si propone solo di generare confusione e, questo è peggio, di produrre danni ad una categoria di operatori come la nostra. 
A questi purtroppo si aggiungono dirigenti di federazioni che dovrebbero comprendere quanto in momenti delicati, economicamente parlando, la compattezza della categoria dovrebbe essere ad ogni costo ricercata.
E’ vero che, come diceva Grigio Gaber, che le opinioni sono come “i gioielli” ognuno ha i propri ma se le interpretazioni sono fuorvianti, oltre a squalificare coloro che le sostengono rischiano di danneggiarci.
Il dovere di informare non comprende, è vero, obbligatoriamente di assumere le parti di qualcuno. Ma la deontologia dovrebbe consigliare, quando si forniscono notizie, di verificare quanto siano attendibili certe ricostruzioni. Si eviterebbe di danneggiare gli operatori di un settore.
E’ il caso di chi ha tentato di mettere insieme cose diverse facendole passare come reali. Qualcuno ha provato, per supportare le proprie opinioni, che la riforma sulla liberalizzazione regolata ha avuto conseguenze sulle risorse che da anni vengo o assegnate all’autotrasporto. Pur apprezzando lo sforzo di fantasia, indubbiamente notevole, chi conosce la genesi degli interventi a favore del settore sa bene quanto la realtà sia diversa da come viene descritta.
Occorre risalire al 1990 quando, su proposta dell’allora presidente della Fita Giuseppe Sanbolino venne lanciata l’idea di ottenere interventi del Governo a favore del settore, al fine di renderlo più competitivo nei confronti del trasporto estero meno costoso di quello nazionale. 
Obiettivo dichiarato ridurre il costo del trasporto onde limitare la aggressività e la competitiva dei concorrenti esteri che, favoriti da costi più bassi di quelli sopportati dalle imprese nazionali di autotrasporto, stavano sostituendo il trasporto nazionale nei traffici internazionali. 
Quella linea, condivisa sia dalle federazioni che dal governo di allora, è il riferimento delle richieste delle federazioni. 
Per coloro che ai quei tempi giocavano ancora con i trenini o con le bambole rammento due dei più significativi risultati di allora che intervennero a ridurre i costi: il bonus fiscale e la legge n. 68/92.
A riprova di quanto sostengo cito il libro di Deborah Apolloni nel quale si riconosce come di fatto  le risorse messe a disposizione delle imprese di autotrasporto siano state utili per calmierare i prezzi di trasporto, a tutto vantaggio del sistema produttivo o di chi utilizzava l’autotrasporto.
E’ stata questa scelta che ha consentito al settore di mantenere quote di mercato. Non è stata invece realizzata la riforma strutturale.
Tale impostazione produsse dunque interventi sulle spese non documentabili per gli artigiani; la riduzione dei premi Inail (1996); la riduzione sui pedaggi autostradali (1997); il recupero di quella parte di accisa che ha consentito in parte (il recupero avviene ogni tre mesi) di neutralizzare gli incrementi determinatisi dopo il gennaio 2001. Potrei proseguire nell’elenco ma sono sufficienti questi dati per evidenziare come legare gli interventi pubblici destinati al settore con una riforma del settore non risponda alla realtà.
Nella confusa e imprecisa ricostruzione si lega la riforma sul sistema tariffario agli interventi decisi per il settore, presentando questi ultimi come conseguenza. (la riforma nacque dalla comune volontà di committenza e associazioni e derivava da impegni assunti in un protocollo di intesa stipulato nel 2002 da tutte le federazioni).
Come sia possibile sostenere che l’autotrasporto sarebbe il settore più liberalizzato e mettere alla berlina i costi della sicurezza indicandoli come elementi di rigidità resta tutto da spiegare. Non è difficile da comprendere il reale obiettivo. Una curiosità che forse è sfuggita a chi ha provato, male, a ricostruire le vicende del passato, cercando di trovare un “colpevole”, la vogliamo offrire. 
I costi della sicurezza non sono una invenzione della Fai ma discendono da una proposta avanzata nel 2007 dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enrico Letta che propose l’introduzione delle tariffe antidumping.
Riassumendo i fatti. Chi ha risparmiato sui costi del trasporto è la committenza, gli interventi per il settore vengono da anni di trattative iniziate molto prima del 2005; la riforma è stata condivisa da tutti; chi ne ha bloccato la completa realizzazione è chi nel 2006/7, evitò di portare a compimento la riforma stessa.
Legare cose diverse è un modo per fare confusione così come sparare cifre e poi far finta di fare gli interessi del settore. La gente sappia che le difficoltà che potremmo incontrare nelle trattative con il Governo potrebbero risentire di certe analisi. 
Un’ultima considerazione. Le tariffe obbligatorie, dopo il 1998 (mercato unico), erano un vincolo che limitava le imprese nazionali; come i costi della sicurezza lo diverranno con l’entrata in vigore del libero cabotaggio. Per questo vanno adeguati in tempo. Ma non vorrei fornire elementi a chi in ogni modo cerca solo di alimentare polemiche.
A PROPOSITO DI AIUTI SETTORIALI
Da tempo vi è chi prova a mettere sotto accusa il Governo per le risorse che ogni anno vengono messe a disposizione del settore (per questo prima ho affrontato l’argomento cercando di contestare  teorie a mio parere dannose).
Si parla di aiuti all’autotrasporto ma se provassimo a confrontare quanto destinato alle ferrovie, sotto la voce “ obbligo di servizio pubblico merci” ed a rapportarlo con le tonnellate kilometro che il trasporto su ferro assicura, scopriremmo che il rapporto tra quanto riconosciuto alla gomma, rispetto a quanto messo a disposizione per il ferro, è di uno a tre.  114 Mld di tonnellate/kilometro assicurate nel traffico interno su strada, contro i 12,9 Mld realizzate su ferro. Forse parlare di distorsione della concorrenza, visto che dal 2012 la norma è cambiata, non sarebbe fuori luogo.
Chi opera nell’informazione e vuole passare per un difensore del mondo dell’autotrasporto forse potrebbe trovare argomenti che realmente aiutano le nostre imprese non sforzando la fantasia per sostenere tesi bislacche ma approfondendo queste situazioni. A chi si vuol documentare forniamo un riferimento utile: delibera Cipe 21 dicembre 2012.
ATTIVITA’ FEDERAZIONE
Giovedì si è tenuto un seminario informativo per i territoriali nel corso del quale sono state forniti chiarimenti per l’applicazione del contratto di lavoro (tra qualche mese ne riparleremo ed avremo modo di commentare alcune posizioni). L’incontro molto partecipato ha consentito di fornire tutti i chiarimenti e sciogliere eventuali dubbi interpretativi. 
La federazione è comunque disponibile, grazie all’impegno di Enzo Pompilio e Corrado Caviglia, ad organizzare altri momenti di incontro presso aziende o sul territorio. Ovviamente in tale ipotesi dovranno essere concordate le modalità. 
Da venerdì 11 al 13 si terrà a Monza presso l’Autodromo la seconda edizione del TruckEmotion. Oltre a diverse iniziative sono in calendario nelle giornate di venerdì e sabato convegni riguardanti i temi di nostro interesse. Venerdì è prevista la presenza del sottosegretario On. Rocco Ghirlanda; sabato del segretario Conftrasporto Pasquale Russo.
Domenica si è tenuta l’assemblea del Veneto. L’incontro è servito oltre che ad affrontare i temi più caldi del momento a salutare l’amico Guido Bertoldo che ha deciso di lasciare la  guida della locale federazione. A Guido, che comunque resterà pur se a tempo ridotto con la Fai Veneto, il mio forte e sincero abbraccio e ringraziamento, che si unisce a quello di tutti gli autotrasportatori che hanno in questi anni avuto la fortuna di fare la Sua conoscenza. Grazie Guido.
Alla prossima.
Paolo Uggè