Si riporta il testo integrale dell’articolo apparso su “Il Giornale” di mercoledì 27 febbraio 2002, a firma di Massimo Mamoli. “I valichi alpini? Un’emergenza“. Tra un Monte Bianco che non riapre, un San Gottardo dimezzato, una rete infrastrutturale carente e un’Europa sorda, l’Italia paga, sul fronte dei collegamenti con il resto dell’U.E., una “tassa” che costa al sistema Paese qualcosa come 7mila miliardi di lire l’anno. Una cifra allarmante, per la quale non si sono mai “scomodati” i precedenti inquilini di Palazzo Chigi, e tantomeno gli attuali burocrati di Bruxelles: fino ad oggi. A scendere in campo per chiedere l’intervento “immediato” dell’Unione Europea è ora lo stesso capo del governo Berlusconi, con una lettera diretta al presidente della Commissione Europea Prodi, nella quale propone l’apertura di un “tavolo di confronto” per risolvere in modo “strutturato e globale” la questione dei valichi alpini. Nella nota, il premier, chiede al rappresentante permanente dell’Italia presso l’U.E., Umberto Vattani, di intervenire presso il presidente dell’U.E. , ed il suo vice e commissario ai trasporti Loyola De Palacio per sollecitare una soluzione “definitiva”. “In assenza di risposte concrete e coordinate cion la politca comunitaria in materia di trasporti e di reti infrastrutturali” – avverte Berlusconi – “si rischia di penalizzare in modo irrevesibile il sistema economico nazionale”. La questione – si legge in un comunicato diffuso da Palazzo Chigi – era stata sollevata dal presidente del Consiglio e anche dalla vice presidente della commissione De Palacio. L’Italia, sostiene in sintesi il premier, sta sopportando svantaggi competitivi dovuti a fattori strutturali (in particolare l’attraversamento della catena aplina) ai quali si sono aggiunti svantaggi “aggiuntivi congiunturali” collegati alla prolungata chiusura del traforo del Monte Bianco e alle difficoltà imposta al transito dopo l’incidente del Tunnel del San Gottardo. L’emergenza valichi, per i supoi aspetti legati al mercato interno, alla libera circolazione delle merci, agli elementi di “distorsione della concorrenza”, insiti nei maggiori costi sopportati dal nostro sistema economico, è un problema di “primaria rilevanza comunitaria”, da risolvere in modo definitivo prima che si completi il processo dell’allargamento. Su questi punti la lettera fa quindi richiamo al Libro Bianco elaborato dalla Commissione dei Trasporti ad alcune ipotesi di soluzione che dovrebbero essere rivedute. “Proposte cha vanno ora affrontate prendendo atto della forte penalizzazione che sta scontando l’Italia – osserva Paolo Uggé, segretario generale Conftrasporto – una situazione che solo al sistema autotrasporto costa all’Italia duemila miliardi l’anno”. Uggé commenta positivamente l’iniziativa del premier (“ora possiamo sperare che qualcosa a Bruxelles si muova”) e la richiesta del tavolo di confronto con l’U.E. Un tavolo attorno al quale, secondo la proposta del presidente del Consiglio, dovranno sedere la vicepresidente De Palacio, i commissari competenti ed i rappresentanti dei Paesi direttamente interessati dalla presenza di barriere naturali e di aree sensibili come le Alpi ed i Pirenei.